Spesso il nostro Giornale e Libero diretto da Vittorio Feltri vengono sottostimati. Non si tiene conto che l'informazione stampata è molto varia e ogni testata è seguita da un pubblico particolare. Rispetto a dieci anni orsono le vendite sono calate per diversi motivi. Il principale risiede nell'esplosione di internet che riprende articoli gratis e li rilancia, per cui la gente, che non ama spendere un euro e mezzo, li divora sul tablet o sul telefonino senza sborsare una lira. I governi succedutisi non si sono mai peritati di disciplinare il nostro settore consentendo così che venga derubato costantemente dei suoi frutti. La crisi commerciale della stampa è tutta qui: essendo odiata dal potere non solo politico, essa viene osteggiata in tutti i modi e sopravvive soltanto grazie ai sacrifici di alcuni editori e di parecchi giornalisti, i quali ormai guadagnano una miseria e lavorano, talvolta male, per pura passione. Un tempo la categoria era privilegiata, incassava mensilmente il triplo rispetto ad altri lavoratori.
Dico questo affinché i lettori siano edotti di quanto accade nelle redazioni. In questi giorni bui e maledetti dominati dal virus, negli uffici sono presenti quattro o cinque redattori al massimo, gli altri colleghi sgobbano da casa. È un prodigio che i nostri più o meno modesti elaborati vadano in edicola a disposizione degli acquirenti. Nonostante ciò devo ammettere che coloro i quali ci seguono con affezione sono ancora parecchi e all'occasione dimostrano un attaccamento eccezionale alla nostra opera, nata da una fatica indescrivibile.
Non ci credete? Cari amici, vi offro un esempio incontestabile poiché documentato dalle cifre. Il mese scorso il Giornale e Libero hanno promosso una sottoscrizione allo scopo di finanziare la realizzazione di un ospedale a Milano avente sede alla famosa Fiera. Sinceramente l'iniziativa ci lasciava perplessi, spaventati dall'idea di un fallimento. Tuttavia ci siamo convinti a tentare quella che consideravo una avventura rischiosa. Cominciammo a pubblicare una pagina al dì per spiegare a chi ci leggeva le finalità che intendevamo perseguire. Il messaggio era questo: versate quanto potete sul conto corrente indicato, la raccolta di denaro che riusciremo a raggranellare affidandoci alla vostra generosità sarà devoluta alla Regione Lombardia, massacrata da polemiche pretestuose, sebbene impegnata allo spasimo per salvare i cittadini. Poche semplici parole che hanno inciso nell'animo dei lettori, i quali hanno risposto con una sollecitudine sorprendente.
In breve tempo il conto corrente dedicato si è ingrossato a dismisura. Nel giro di una settimana l'ammontare delle donazioni aveva superato il milione di euro. Trascorrono un pugno di giorni e il malloppo cresce fino a sfondare il tetto dei due milioni e poco dopo giunge alla vetta di tre milioni. Un miracolo. Qualcosa di commovente. Feltri ed io ci siamo recati immediatamente dal governatore Fontana e con gioia gli abbiamo consegnato il ricco assegno. Che soddisfazione constatare lo slancio umanitario dei nostri lettori. Non saremo loro grati mai abbastanza. Vorrei sapessero: l'emozione che ho provato è qualcosa di straordinario, come straordinaria è stata la magnanimità di cui sono stati capaci.
Nell'abbracciarli segnalo con vanto che il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport e La7 (la tv) non sono stati in grado, seppur associati, a eguagliare il nostro (vostro) risultato. Significa che il Giornale e Libero vanno dritti al cuore delle persone alle quali ci rivolgiamo con grande attenzione, premura e affetto.
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