Ma i carnefici non vinceranno

A chi mi ha chiesto perché mai ieri avevo pubblicamente consigliato al ministro di fare questo difficile passo ho risposto con sole due parole: "Perché sì". Ci sono scelte che non necessitano di spiegazioni o ragionamenti raffinati, di calcoli complessi. Andava fatto, punto e a capo

Ma i carnefici non vinceranno
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Gennaro Sangiuliano si è dimesso da ministro della Cultura. Onore a Gennaro Sangiuliano che ha anteposto l'interesse generale al suo, mettendo fine a un dramma personale che stava diventando farsa nazionale. A noi mancherà la sua intelligenza, ai suoi carnefici mancherà la terra sotto i piedi. Più che terra, in realtà si tratta del fango nel quale pensava di sguazzare ancora a lungo il sistema politico-mediatico ostile al governo che si era convinto di aver trovato in una vicenda personale una sorta di gallina dalle uova d'oro. Fine delle trasmissioni, fine della caccia all'uomo, giù il sipario. A chi mi ha chiesto perché mai ieri avevo pubblicamente consigliato al ministro di fare questo difficile passo ho risposto con sole due parole: «Perché sì». Ci sono scelte che non necessitano di spiegazioni o ragionamenti raffinati, di calcoli complessi. Andava fatto, punto e a capo. Ogni parola in più saprebbe di moralismo, di retorica, di giustizialismo, di opportunismo, insomma di campi del pensiero che non ci appartengono. Oggi dovremo sorbirci gli squilli di tromba dei presunti vincitori a reti unificate. Paghiamo dazio volentieri. Perché Gennaro Sangiuliano è stato e continuerà a essere una persona che nella vita ha fatto e farà cose importanti; la sua carnefice Maria Rosaria Boccia sarà presto espulsa dalla società civile proprio da quel sistema che in questi giorni l'ha elevata a eroina nazionale. Se ne faccia una ragione: non serve più a nulla e a nessuno, dopo essere stata coccolata e cercata da giornali e televisioni sarà sputata fuori come si fa con gli impresentabili, al di là di eventuali conseguenze penali il sospetto che si tratti di persona inaffidabile e ricattatrice la seguirà come un'ombra tutta la vita e questo è già in sé una condanna. Voleva, la dottoressa Maria Rosaria Boccia, entrare nelle stanze del potere.

Bene, ma proprio bene che le vada, potrà puntare alla stanza del Grande Fratello ma solo se Pier Silvio Berlusconi cambia idea e riaprirà quelle porte al trash. Insomma, essendo il tempo galantuomo aspetterei a stabilire chi, in questa brutta storia, sono i vinti e chi i vincitori.

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