Cronache

I custodi del cimitero: "Dormiremo fra le tombe per aspettare Riina"

Cimitero blindato a Corleone in attesa del feretro del boss scomparso. Niente cerimonie pubbliche ma solo una breve preghiera in forma privata per ricordare Totò Riina

I custodi del cimitero: "Dormiremo fra le tombe per aspettare Riina"

Al cimitero di Corleone è tutto pronto per l'arrivo di Totò Riina. L'ultimo viaggio di "u Curtu", che ritorna al suo paese un'ultima volta, nella bara caricata sul carro funebre a Parma e quindi partita alla volta della Sicilia.

Sui riti di sepoltura del superboss mafioso resta ancora il mistero: il feretro dovrebbe arrivare al camposanto nel cuore della notte, illuminato dai fari che sorgono fra le tombe. L'inviata della Stampa Laura Anello racconta che i tre custodi si preparano a trascorrere la notte fra cappelle e monumenti funebri, per essere presenti all'arrivo della bara.

Bara che non potrà giungere in corteo, perché le autorità religiose e civili hanno vietato qualsiasi manifestazione di cordoglio pubblico. L'unica cerimonia avverrà in forma strettamente privata, alla presenza di pochi familiari: una preghiera sulla tomba, recitata dal parroco di Santa Maria delle Grazie don Giuseppe Gentile alle prime ore dell'alba.

Troppo alto il rischio che un eventuale funerale - che per la Chiesa è comunque inammissibile per i peccatori non pentitisi - si trasformasse in un'occasione di sfoggio del potere mafioso e in un omaggio a uno dei criminali più efferati della storia italiana nel secondo Novecento.

Riina riposerà nella tomba di famiglia, sormontata da un grande angelo in bronzo, accanto ai genitori e a due zie. A pochi metri dal luogo della sua sepoltura spiccano le tombe di altri storici boss mafiosi come Michele Navarra e Bernardo Provenzano, ma anche di martiri della lotta alla criminalità organizzata come il sindacalista Placido Rizzotto. Totò "u curtu" riposerà fra loro, nella sua Corleone.

Quindi il viaggio più lungo e fiorse il più difficile: "Incontrerà Dio, a Lui risponderà e solo Lui potrà giudicare", chiosa don Giuseppe.

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