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I leoni sdentati si scoprono conigli

Si dice che Maurizio Landini, segretario della Cgil, abbia indetto lo sciopero di ieri più che per contrastare il governo, per lanciare un'opa sulla sinistra politica

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Si dice che Maurizio Landini, segretario della Cgil, abbia indetto lo sciopero di ieri più che per contrastare il governo, per lanciare un'opa sulla sinistra politica. In tal senso c'è qualche indizio, l'ultimo l'assenza dalla piazza di ieri sia del segretario del Pd Elly Schlein sia di quello dei Cinque Stelle Giuseppe Conte.

Difficile sapere la verità, separare le intenzioni di Landini dalle paure di Schlein e Conte, ma il solo fatto che se ne parli è indice non tanto della forza della Cgil - la mobilitazione di ieri è stata un flop totale - quanto della debolezza dei due partiti, e dei due leader, che si contendono la guida dell'opposizione al centrodestra. Quando a sinistra dicono che Giorgia Meloni eccede in decisionismo, si sopravvalutano gli indubbi meriti della premier apposta per mascherare, e non ammettere, il caos che regna in casa propria.

C'è un detto che recita: «La sera leoni, la mattina...» per dire che spesso chi parte lancia in resta si ritrova presto spompato. La sinistra funziona al contrario: ogni mattina un leader-leone azzanna la premier più o meno a vanvera, come è capitato sulle presunte marachelle del compagno piuttosto che sugli scherzi telefonici dei servizi segreti russi, ma quando nel corso della giornata si arriva al dunque - dalle crisi internazionali ai rapporti con l'Europa - il leone si fa coniglio e scappa per mancanza di argomenti, unità di intenti e vedute: non c'è infatti un solo argomento di politica estera e di politica economica sul quale Pd e Cinque Stelle possono convergere, e non da oggi, in modo naturale ed efficace. L'unico gioco che viene bene a questi due partiti è buttare la palla in tribuna: «Sulla Fornero Salvini aveva dettosulle accise la Meloni aveva detto», come se ciò, vero o falso che sia, costituisse una alternativa politica.

Ovvio che di fronte a tanta inconsistenza lo scettro della sinistra diventa contendibile, e magari da dietro le quinte qualcuno sta illudendo Maurizio Landini che lui potrebbe farcela.

Non credo però che il leader della Cgil, da comunista tosto qual è, abboccherà all'amo e mi immagino la sua risposta: «Io leader di questa armata Brancaleone? Meglio che andiate avanti voi, che a me viene da ridere».

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