Cronache

Ilva, l'Anm: "I politici hanno fallito, giudici costretti a intervenire"

Carbone: "Non è che la magistratura si diverta a fare supplenza...". E Sabelli spiega: "I nostri strumenti sono quelli del sequestro e della misure cautelari"

Ilva, l'Anm: "I politici hanno fallito, giudici costretti a intervenire"

Lo strapotere della magistratura è ormai sotto gli occhi di tutti. Uno strapotere che, troppo stesso, travalica anche quelli ceh sono i poteri della politica. A certificare che a Taranto i giudici hanno preso il posto delle istituzioni è addirittura la stessa Asociazione nazionale magistrati. "La vicenda dell’Ilva è un chiaro esempio del fallimento di altri poteri dello Stato, delle altre autorità che dovevano prevenire questa situazione. Non è che la magistratura si diverta a fare supplenza: è costretta a intervenire di fronte a certe ipotesi di reato con gli strumenti propri del codice", spiega il segretario dell’Anm Maurizio Carbone invitando la politica a "riappropriarsi dei propri compiti e doveri". Secondo Carbone, sarebbe questo il modo migliore per ottenere quel "giusto equilibrio" chiesto, anche ieri, dal Guardasigilli Anna Maria Cancellieri.

Nonostante il disastro (economico e sociale) provocato dalle toghe di Taranto sia sotto gli occhi di tutti, Carbone difende a spada tratta l’intervento della magistratura. A detta del numero uno dell'Anm, i giudici avrebbero, infatti, affrontato la situazione "con grande accortezza" e "nella consapevolezza delle ricadute occupazionali". Interpellato a margine del Congresso dell’Unione delle Camere penali, anche il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli ha insistito sul fatto che nel caso dell'Ilva il vero problema è quello legato alla prevenzione: "Queste situazioni andrebbero gestite in quella fase che consente flessibilità e tempestività degli interventi di risanamento e di controllo, che poi non sono possibili al momento in cui l’irregolarità sfocia in aperta illegalità imponendo l’intervento della magistratura". "L’intervento della magistratura è rigido - è il ragionamento di Sabelli - i nostri strumenti sono quelli del sequestro e della misure cautelari.

Purtroppo, questa per le caratteristiche del sistema è una fase rigida; è mancata la prevenzione".

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