Cronache

"Kiev foraggiata dagli Usa", l'Anpi ancora al centro della polemica

Dopo soli tre giorni dall'ultima polemica il presidente Pagliarulo di nuovo al centro delle polemiche. Stavolta per dei post datati 2015

"Kiev foraggiata dagli Usa", l'Anpi ancora al centro della polemica

L’Anpi, l'Associazione nazionale partigiani d'Italia, dopo soli tre giorni si trova al centro di una nuova polemica, dopo che il presidente Gianfranco Pagliarulo aveva detto che la resistenza ucraina era diversa da quella italiana. Al centro della polemica c’è ancora una volta il presidente, dopo che aveva cercato di calmare le critiche a lui rivolte per la contrarietà all'invio di armi a Kiev e per aver chiesto una commissione d'inchiesta internazionale che portasse a scoprire "cosa è accaduto davvero" nel massacro di Bucha.

Sotto accusa per dei post vecchi di 7 anni

Il presidente dell'associazione dei partigiani di ricasca di nuovo. Non per qualcosa che ha detto adesso, ma per dei post risalenti al 2015, nei quali aveva definito 'nazistoide' il "regime di Kiev foraggiato dagli Usa". E nella giornata di oggi è arrivata un’altra replica, con Pagliarulo che ha ribadito: "Non sono putiniano. Antifascista sempre e condanno l'invasione dell'Ucraina. Continueremo a condannare un' invasione sanguinosa, a sostenere il cessate il fuoco e il ritiro dei russi, a dire no all'invio di armi: l'obiettivo è la pace, condividiamo gli appelli del Papa. Per questo manifesteremo il 25 aprile". Ha poi continuato asserendo che ogni giorno c’è qualcuno che attacca l'Anpi, che dice il contrario di ciò che lui ha invece affermato, e che, se parla di unità, vengono accusati di divisioni.

Infine ha tenuto a precisare che qualcuno ha frugato nei suoi post del 2015 per dimostrare che lui sarebbe un seguace di Putin, mentre ha tenuto a precisare che intendeva riferirsi ai cambi di regime in Ucraina tra il 2013-2014 e all'avvio della guerra civile nel Donbass. Ha poi ricordato "episodi sconvolgenti avvenuti per mano di formazioni ispirate al nazismo", non ultimo"il battaglione Azov" , e ha ribadito "la presenza straniera e degli Usa nei cambi di regime che è documentata: ero antifascista in quegli anni e lo sono ancora, essere antifascisti non vuol dire essere amico di Putin soprattutto oggi con un'invasione criminale il cui unico responsabile è Putin".

Pagliarulo non accetta il confronto in pubblico

Tra coloro che hanno maggiormente criticato Pagliarulo c’è Oles Horedetskyy, il presidente dell'Associazione cristiana degli ucraini in Italia, che ha asserito che nel nostro Paese ci sono molte persone che continuano a sostenere Putin e che, non potendo schierarsi apertamente con l'aggressore, scelgono posizioni apertamente neutre, “come le infelici dichiarazioni recenti del presidente dell'Anpi che qualche anno fa, chiamava 'regime nazistoide’ il governo ucraino democraticamente letto traducendo in italiano la pura propaganda russa". In polemica con l’Anpi anche Micromega, rivista italiana di cultura, politica, scienza e filosofia, sulle cui pagine il direttore Paolo Flores d'Arcais aveva definito ‘oscena’ e che "infanga i valori della Resistenza" la richiesta di Pagliarulo di accertare cosa fosse avvenuto a Bucha. Dopo queste dure esternazioni, Tomaso Montanari, Francesco Pallante e Angelo Orsi avevano manifestato la loro solidarietà all'Anpi e avevano deciso di interrompere la loro collaborazione con la rivista. Micromega aveva anche invitato Pagliarulo a un confronto pubblico, ma il presidente dell’Anpi aveva declinato l’invito.

Nel ringraziare i tre studiosi per aver dimostrato solidarietà nei suoi confronti, aveva spiegato che,“dopo il florilegio di insulti e bassezze contro la mia persona e, cosa ancora più grave, contro l'Anpi non risponderò all'invito e non parteciperò al richiesto dialogo".

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