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Lettera aperta al centrodestra

Dobbiamo abituarci: da qui alle elezioni europee del maggio prossimo i tre partiti che formano la maggioranza allenteranno il patto di non belligeranza per presidiare i rispettivi bacini elettorali

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Dobbiamo abituarci: da qui alle elezioni europee del maggio prossimo i tre partiti che formano la maggioranza allenteranno il patto di non belligeranza per presidiare i rispettivi bacini elettorali. Da qui gli screzi più o meno sottotraccia di queste ore tra Lega e Fratelli d'Italia sulle politiche anti-immigrazione selvaggia, tra Forza Italia e Fratelli d'Italia sulla tassazione degli extra-profitti delle banche. In sé la cosa non è né anomala né pericolosa, siamo nelle regole non scritte del gioco della politica che prevedono pure la sana competizione tra membri dello stesso club.

Altro discorso è se questa accesa dialettica dovesse incidere sulla forza e sulla velocità dell'azione di governo, cosa che al momento non solo non accade, ma viene esclusa categoricamente dai diretti interessati. Facciamo atto di fede e ci crediamo, ma mettiamo in guardia dal fatto che a giocare col fuoco poi c'è il rischio di scottarsi e quindi serve misura anche nei legittimi distinguo, perché tradizionalmente l'elettore di centrodestra, a differenza di quello di sinistra, è insofferente alle liti in famiglia. Se dopo dodici anni di attesa e di delusioni un incidente mettesse anche solo in difficoltà il governo, sono sicuro che l'elettore non perdonerebbe nessuno dei tre leader a prescindere da colpe e ragioni.

Per non fare un inatteso e stupido regalo alla peggior sinistra che l'Italia abbia mai avuto, occorre tenere i nervi saldi e occorre che Giorgia Meloni, in quanto designata dagli elettori leader della coalizione, si carichi di un surplus di lavoro e pazienza per trovare di volta in volta il punto di compromesso tra visioni certamente omogenee ma non sempre sovrapponibili alla perfezione. Sono testimone che al di là di pettegolezzi e fantasiosi retroscena che trasformano uno starnuto in una tromba d'aria, i rapporti personali tra i tre leader sono ottimi e che la volontà di arrivare insieme a fine corsa è ferrea.

Certo, se questa armonia apparisse in modo più esplicito anche a favore di telecamere, beh, sarebbe cosa tranquillizzante per tutti e tarperebbe le ali a chi a sinistra già si è alzato in voli pindarici per sfuggire alla realtà che li vuole inchiodati all'opposizione almeno per i prossimi quattro anni.

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