Mafia, preso l'uomo che fornì il tritolo per le stragi del 1993

Il tritolo sarebbe stato utilizzato per numerose azioni

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Nuovo arresto nell’ambito delle indagini della procura di Firenze sulle stragi di mafia che nel 1993 misero a ferro e fuoco Firenze, Roma e Milano. Le indagini della procura di Firenze hanno portato all’arresto, eseguito ieri dalla Dia di Firenze, di Cosimo D’Amato, 57enne di Santa Flavia (in provincia di Palermo) ritenuto responsabile di aver fornito ingenti quantitativi di tritolo.

D’Amato era un pescatore: per l’accusa recuperava dai relitti bellici il tritolo poi usato dal comando mafioso per numerose azioni, dalla strage di via Fauro a Roma del 14 maggio 1993 al fallito attentato all’Olimpico del 23 gennaio 1994. D’Amato è parente di Cosimo Lo Nigro, già condannato per le stragi, ma non era mai entrato nell’inchiesta: adesso è accusato di "strage, devastazione e di detenzione di un ingente quantitativo di esplosivo" per aver concorso agli attentati, tra l’altro, con i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Filippo e Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro.

Secondo l’accusa, l’esplosivo venne consegnato al commando predisposto da Francesco Tagliavia, l’ultimo boss ad essere stato condannato in primo grado a Firenze, nel 2011, per le stragi. Gli investigatori risalirono a Tagliavia grazie alle testimonianze del collaboratore Gaspare Spatuzza.

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