Cronache

La bomba d'acqua e il mancato allarme: cosa è successo nelle Marche

Polemica per il mancato allarme maltempo nelle Marche dove era stata prevista la possibilità di forti temporali ma non quello che in realtà è successo: in 7 ore è caduta la quantità di pioggia che di solito si registra in 4 mesi

La bomba d'acqua e il mancato allarme: cosa è successo nelle Marche

Polemica per il mancato allarme maltempo nelle Marche dove era stata prevista la possibilità di forti temporali ma non quello che in realtà è successo: in meno di sette ore è caduta la quantità di pioggia che solitamente si registra in quattro mesi. I sindaci hanno protestato per non aver avuto una allerta meteo adeguata, ma solo per eventi minori.

Il Centro Funzionale Multirischi della Protezione civile regionale si è giustificato spiegando che per la giornata di giovedì 15 settembre la previsione meteorologica mostrava la possibilità di temporali in formazione sul versante tirrenico della penisola, con eventuale interessamento del crinale appenninico e delle aree interne marchigiane. In base a questo era stata emessa una allerta di livello giallo per le zone di allerta 1 e 3, settori montani e alto collinari del pesarese e dell’anconetano, per temporali localmente intensi. Per quanto riguarda invece le altre zone, la previsione non mostrava evidenze di fenomeni di intensità tale da poter determinare criticità e, proprio per questo motivo, il livello di allerta era stato lasciato verde. Qualcosa quindi è andato storto nelle previsioni meteorologiche.

Difficile prevedere un evento così estremo

A replicare alle accuse che sono state mosse da più parti ai meteorologi, che non sarebbero stati in grado di prevedere l’alluvione sulle Marche, i diretti interessati hanno risposto. Mattia Gussoni, tecnico meteorologo di IlMeteo.it, all’Adnkronos ha spiegato: "Noi avevamo previsto la possibilità di forti temporali in quell'area, ma quello che è successo è qualcosa di eclatante perché sono caduti circa 400 mm in 7 ore, cioè la quantità di pioggia che normalmente cade in 4 mesi. Un evento così estremo i modelli atmosferici fanno ancora fatica a prevederlo. La sfida del futuro è arrivare a una previsione sempre più precisa".

L’esperto ha poi sottolineato che si sapeva che quella di giovedì era una situazione a rischio, visto che “il bacino del Mediterraneo è ancora molto caldo, circa 3-4 gradi oltre le medie del periodo, e questo fornisce quell'energia potenziale in più che va ad alimentare questi temporali autorigeneranti. Inizialmente il fenomeno temporalesco era dato più sul versante tirrenico, in realtà ha scavallato la dorsale appenninica e ha insistito di più sulle zone interne delle Marche, ma questi eventi sono difficili da localizzare al chilometro. D'altronde, su parte della Toscana, dell'Umbria e delle Marche era stata data l'allerta gialla che non significa che non si verificheranno fenomeni intensi anche estremi. Forse c'è stato un problema di comunicazione da parte degli enti preposti che andrebbe migliorata".

"Non abbiamo la bacchetta magica"

Sempre all’Adnkronos, Paolo Sottocorona, meteorologo di La7, ha affermato che non vi era nessun indizio delle carte meteorologiche che si potesse verificare un evento così estremo nelle Marche. Secondo l’esperto non sarebbero quindi stati i meteorologi ad aver sbagliato, ma piuttosto i modelli fisico-matematici. “Capisco che ci sia un'aspettativa della popolazione che vuole sapere che tempo farà sotto casa, ma non si può avere una previsione così localizzata. Abbiamo troppi pochi elementi per dire ciò che la gente si aspetta: non abbiamo la bacchetta magica", ha continuato Sottocorona che ha poi precisato che devono essere tenuti in considerazione due fattori. Il primo è che da una parte, grazie allo sviluppo dei pc e dei modelli matematici, le previsioni meteorologiche di oggi sono infinitamente più attendibili rispetto a quelle di 20 anni fa. Dall'altra, al tempo stesso, che negli ultimi anni col cambiamento climatico le previsioni del meteo sono diventate più imprevedibili. Per spiegare meglio, i cambiamenti climatici hanno portato questi eventi climatici sempre più frequenti e sempre più estremi. Per Sottocorona “è quindi fondamentale fare prevenzione e informazione su quali comportamenti la gente deve adottare in occasioni del genere".

In ultimo, l'esperto ha tenuto a dire che invece di fare polemiche contro i meteorologi sarebbe necessario andare a migliorare il sistema di prevenzione e allerta. Per l’esperto servirebbe un sistema sempre più capillare di coordinamento tra tutte le strutture preposte, a cominciare dalla Protezione Civile. “Occorre una rete di comunicazione per dare informazioni di sicurezza: nel mondo di oggi è possibile che queste alluvioni creino danni ma è impensabile ci siano tutti questi morti. Le persone vanno preparate ad affrontare questi eventi. Mi auguro che questo tragico evento serva per dotarci di un sistema che migliori la prevenzione", ha concluso.

Supercomputer e sistemi di intelligenza artificiale

Per riuscire a rendere più potenti e anche efficaci gli attuali modelli per le previsioni meteorologiche servirebbero supercomputer e sistemi di intelligenza artificiale. Solo in questo modo sarà possibile elaborare le grandi quantità di dati necessari per poter prevedere eventi meteorologici molto localizzati, come appunto il nubifragio che si è verificato sulle Marche. Il fisico dell'atmosfera Dino Zardi, coordinatore del corso di laurea in Meteorologia dell'Università di Trento, ha spiegato all’Ansa che il nostro Paese possiede tutte le competenze necessarie in questo campo. Ma mancano le risorse. "La tecnologia mette a disposizione delle previsioni un grande volume di dati, che va gestito. Per ottimizzarne l'elaborazione, in molti Paesi si cominciano a utilizzare sistemi di intelligenza artificiale e di apprendimento automatico. Anche in Italia avremmo le risorse per farlo grazie ai fondi del Pnrr, ma non c'è una linea di finanziamento regolare per poter sviluppare la meteorologia operativa", ha aggiunto.

In poche parole, mancherebbe un sistema che sia in grado di sostenere la meteorologia in modo regolare, a partire dalla formazione, passando per i centri di ricerca fino alle strutture del territorio che sono preposte alle previsioni. Questo settore andrebbe quindi sostenuto in modo regolare. Dopo tre anni di attesa, l’Agenzia italiana per la meteorologia è diventata realtà e avrà a disposizione il supercomputer Leonardo, ancora adesso in fase di assemblaggio presso il Tecnopolo di Bologna. Intanto però, l'ufficio meteorologico britannico ha già iniziato a usare un sistema di intelligenza artificiale per processare i dati raccolti dalle stazioni meteorologiche di superficie.

Inoltre, le previsioni meteo potranno contare su nuovi aiuti provenienti direttamente dallo spazio: i nuovi satelliti europei Meteosat di terza generazione riusciranno a scrutare l'atmosfera così da poter cogliere anche i minimi segnali che annunciano cambiamenti imminenti.

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