Massacro di Lignano: Tyson arrestato a Cuba

Ma Reiver Laborde Rico insiste: "Sono innocente"

Un presunto assassino che rilascia interviste a giornali e tv non è, esattamente, un gran furbo. Basta guardarlo in faccia il 24enne Reiver Laborde Rico (alis Tyson) per capire che in carcere ci sarebbe finito, prima o poi. Era solo questione di tempo. Una moglie incinta e un bimbo da mantenere a Cuba, un secondo figlio in arrivo. Trovare rapidamente il denaro per tornare a casa e prendersi cura di tutti e tre, gli era sembrata una possibile soluzione. Poco importa se il suo «sogno» comportava il massacro di due poveri anziani. «Danni collaterali», li chiamano durante le guerre. E quella ingaggiata da «Tyson» era una sua - personalissima - guerra. Contro tutti e tutto. Ma ieri, a Cuba, la «belligeranza» di Reiver Laborde Ricoper si è conclusa: «Tyson», è stato costretto ad alzare bandiera bianca; dall’angolo in cui si era rifugiato ha gettato la spugna per ko tecnico. E così il presunto killer (insieme con la sorella Lisandra, già in carcere in Italia) è stato arrestato a Cuba, dove era fuggito dopo il massacro dei coniugi Burgato avvenuto nella loro abitazione lo scorso 19 agosto. I carabinieri del Nucleo investigativo di Udine avevano da giorni attivato l’Interpol, fornendo informazioni sul mandato di cattura emesso dalla magistratura italiana nei confronti del giovane cubano. La polizia del paese caraibico avrebbe agito in base alle informazioni fornite dall’Interpol, ma anche a quelle date dai quattro giornalisti italiani bloccati nei giorni scorsi per irregolarità nel visto turistico, e che avevano avvicinato Reiver nella cittadina dove vive la sua famiglia. Si potrebbe trattare in sostanza di una misura simile all’ «arresto provvisorio ai fini estradizionali» previsto dall’articolo 716 del Codice di procedura penale italiano: anche in assenza di mandati espliciti, le forze di polizia possono fermare un indiziato di delitto per 20 giorni in attesa del provvedimento formale da parte della magistratura. Intanto una lettera al ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, perché possa dare «personale rassicurazione sull’impegno da parte dello Stato italiano a sostenere ogni azione necessaria all’estradizione di Reiver Laborde Rico» è stata scritta dall’avvocato di Michele Burgato, figlio dei coniugi uccisi a Lignano. Chiedendo che il ministro possa incontrare Michele Burgato, l’avvocato Stefano Trabalza esprime «la speranza che il senso di verità e giustizia che dovrebbe sottendere a ogni rapporto civile tra le persone e tra gli Stati, possa vincere uno sterile ostruzionismo giuridico formale dal quale lo Stato cubano non avrebbe nulla da guadagnare».

Nella lettera, il legale evidenzia «stupore e sgomento» per gli atteggiamenti e le dichiarazioni di Reiver, che si è dichiarato totalmente estraneo rispetto al duplice omicidio nonostante, a parere dell’avvocato della famiglia Burgato «il carico probatorio sia grave e preciso, attestando il suo coinvolgimento nell’orrendo fatto criminoso. Chiediamo semplicemente giustizia». La otterranno?

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