Politica internazionale

La Meloni in Egitto con 7 miliardi di aiuti

Un pacchetto di aiuti europei che tra prestiti e sovvenzioni arriverà a 7,4 miliardi di qui al 2027

La Meloni in Egitto con 7 miliardi di aiuti

Ascolta ora: "La Meloni in Egitto con 7 miliardi di aiuti"

La Meloni in Egitto con 7 miliardi di aiuti

00:00 / 00:00
100 %

Un pacchetto di aiuti europei che tra prestiti e sovvenzioni arriverà a 7,4 miliardi di qui al 2027. È questo l'assegno che oggi porterà in dote la presidente della Commissione (...)

(...) Ue, Ursula von der Leyen, quando atterrerà in Egitto accompagnata dalla premier italiana Giorgia Meloni, dai primi ministri di Grecia (Kyriakos Mitsotakis) e Belgio (Alexander De Croo), dal presidente della Repubblica di Cipro (Nikos Christodoulides) e dal cancelliere austriaco (Karl Nehammer). Una missione modello «Team Europe» come quella che nel luglio dello scorso anno portò alla firma del Memorandum d'intesa tra Ue e Tunisia. In quell'occasione, a Tunisi von der Leyen fu accompagnata sempre da Meloni e dal premier olandese Mark Rutte. E oggi come allora l'accordo suscita i dubbi di una parte del Parlamento europeo, scettico sull'opportunità di sovvenzionare così corposamente degli autocrati. Sul punto ieri è intervenuta anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, secondo cui «è gravissimo che von der Leyen e Meloni promettano risorse al regime di al-Sisi solo per controllare le partenze». Critiche oggi decisamente più accese che in passato, a testimonianza di quanto si sia in questo anno politicamente indebolita la presidente della Commissione Ue. Nonostante l'investitura a spitzenkandidatin del Ppe, infatti, la riconferma a Palazzo Berlaymont di von der Leyen - accusata di essersi spostata troppo a destra non solo da verdi e socialisti, ma pure dai macroniani di Renew Europe e da un pezzo dei Popolari - appare sempre più in salita.

La visita di oggi - che eleverà le relazioni tra Ue e Egitto a livello di partenariato strategico e globale per poi arrivare a breve alla firma di un Memorandum - in verità è molto diversa da quella in Tunisia. Certo, sul tavolo c'è anche in questo caso il delicato dossier migranti, ma le ragioni che spingono la Commissione sono ben più ampie. Come è noto, infatti, Il Cairo è un crocevia fondamentale per l'area mediorientale, dilaniata dal conflitto tra Israele e Gaza e dagli attacchi degli Houthi, i miliziani filosciiti dello Yemen sostenuti dall'Iran, che tengono sotto scacco la costa del Mar Rosso e il canale di Suez, impedendo il passaggio dei mercantili. Non è un caso che anche Washington abbia benedetto l'intesa dando il via libera a un incremento del prestito (20 miliardi in tutto) del Fmi all'Egitto. Esattamente quello che non accadde con la Tunisia.

Ma oggi non ci sarà solo il fronte europeo, perché l'agenda della visita è divisa in due segmenti. Un minisummit con al-Sisi, von der Leyen e i capi di Stato e di governo dedicato al partenariato Ue-Egitto. E una serie di incontri bilaterali tra il presidente egiziano e i singoli leader, dove si affronteranno anche le relazioni bilaterali. In tutte e due le occasioni si discuterà della crisi mediorientale e della delicata trattativa per un cessate il fuoco tra Israele e Gaza. E sul tavolo ci sarà anche il dossier migranti. Perché anche se oggi le partenze dalle coste egiziane sono quasi azzerate, c'è grande preoccupazione per un Paese che è una polveriera pronta a esplodere. L'Egitto confina infatti con la Striscia di Gaza per dodici chilometri e al varco di Rafah (l'unico punto di passaggio per uscire da Gaza che non è controllato da Israele) la situazione è critica ormai da mesi.

Un tema che Meloni affronterà con al-Sisi anche nel corso del bilaterale. I dati sugli sbarchi in Italia, è vero, sono in netto miglioramento da mesi e raffrontando il periodo 1 gennaio-15 marzo del 2024 e del 2023 il Viminale registra un -67,1% di arrivi (6.560 contro 19.937 dello scorso anno). Ma l'Egitto è il principale Paese di transito verso la Libia (da dove partono il 74% dei migranti che sbarcano in Italia) e una crisi socio economica e finanziaria egiziana potrebbe in pochi mesi far precipitare la situazione. Sul tavolo ci sarà anche il Piano Mattei e i tanti interessi italiani in campo energetico, a partire da quelli di Eni.

Solo un anno fa, infatti, è stata la multinazionale italiana a scoprire nel pozzo Nargis-1 a largo dalla costa egiziana un grosso giacimento di gas naturale.

Commenti