Migranti, preti e vescovi non mollano: "C'è un clima d'intolleranza"

ll tema dell'accoglienza dei migranti interpretato secondo i dettami del Vangelo: è questo il trait d'union che unisce le prese di posizione di molti consacrati. Durante la giornata di oggi, sono arrivate molte dichiarazioni orientate a ribadire la contrarietà della "linea dura" con quanto previsto dal Nuovo Testamento. Domani, invece, è il giorno del ritorno del "digiuno a staffetta".

Migranti, preti e vescovi non mollano: "C'è un clima d'intolleranza"

La Chiesa cattolica non sembra intenzionata a mollare. Per la buona parte dei consacrati l'accoglienza dei migranti non può essere messa in discussione. Altrimenti si finirebbe per contraddire i dettami del Vangelo. "Mentre in Italia e in Europa soffiano venti di intolleranza, vogliamo sensibilizzare le persone ad un’assunzione di responsabilità: perché si accolga chi arriva e perché chi arriva viva a pieno la propria cittadinanza".

Questo è solo uno dei virgolettati che in queste ore stanno circolando in rete. Sacerdoti e vescovi italiani hanno deciso di alzare il tiro sul tema. E in breve tempo, oltre alle dichiarazioni di padre Ripamonti del Centro Astalli, da sempre attivo in questo campo, sono arrivate le prese di posizione di altri ecclesiastici. Il presidente dell'ente gestito dai gesuiti ha parlato con la stampa subito dopo l'inaugurazione di uno dei "Giardini della Memoria e dell'Accoglienza", a Roma, sostenendo che bisogna "porre al centro le persone: prima di tutto il salvataggio. Poi, l’accompagnamento e l’accoglienza non devono mai venire meno", così come riportato dalla Sir.

Gli ha in qualche modo fatto eco monsignor Ruzza, che ricopre l'incarico di ausiliare del settore Centro di Roma: "Il Vangelo - ha dichiarato durante la medesima circostanza - non possiamo metterlo in secondo piano, l’esigenza dell’accoglienza non è rimandabile, non è procrastinabile". La scelta del giardino presenta degli elementi più che simbolici: "Abbiamo scelto un giardino nel cuore della città perché riteniamo importante che tutti i cittadini, compresi quelli di nuovo arrivo, possano assumersi la responsabilità di questa accoglienza e di questa memoria", ha spiegato Ripamonti. Ma anche i vescovi siciliani, nel corso della mattinata di oggi, hanno voluto far conoscere il loro punto di vista. I presuli isolani hanno concluso l'assemblea episcopale presentando il classico documento di fine - lavori. Nel testo in si legge che "pur rispettando non solo la dialettica politica ma anche punti di vista dei nostri fedeli cattolici che manifestano opinioni differenti o addirittura contrarie, dovremmo sempre ribadire che l’accoglienza nella legalità e la prossimità restano vie obbligate della pratica del Vangelo". E' lo stesso punto di vista di Ruzzo: chi promuove la chiusura nei confronti dei migranti, coloro che starebbero imperando nel Vecchio Continente, finisce per confliggere con il messaggio tramandato dalla Buona Novella.

Ma oggi a tenere banco è anche la vicenda riguardante Domenico Lucano, il sindaco di Riace finito ai domiciliari per accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio per la raccolta dei rifiuti. Qualche uomo di Chiesa ha voluto dire come la pensa. Don Ciotti ha sottolineato di essere "convinto che le leggi vadano rispettate", ma – nello stesso tempo – il presidente di Libera, ha ribadito di avere anche un'altra convinzione, quella secondo cui "se Mimmo ha imboccato delle scorciatoie, lo ha fatto per un eccesso di generosità: nessun tornaconto personale, nessun potere da prendere o conservare ma solo il desiderio di sostenere la speranza di persone fragili, garantendo loro un futuro e una vita dignitosa". Quella che Don Ciotti chiama "umana solidarietà" non sarebbe omologabile a un reato. Un discorso simile lo ha fatto monsignor Bregantini, vescovo della diocesi di Campobasso - Bojano, che ha citato i migranti in termini di "risorsa" e non di "pericolo": "Davanti al fatto degli arresti domiciliari del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, esprimo la mia profonda amarezza e dolore. Per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria tutta, dove sono stato vescovo per ben 14 anni". Il coro proveniente dalle istituzioni ecclesiastiche sembra essere unanime. Tanto che Bregantini ha svelato di ritenere che "l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale".

E domani, infine, sarà il giorno dedicato al ritorno del "digiuno a staffetta". Padre Alex Zanotelli, che è il principale promotore dell'iniziativa in questione, non si è affatto nascosto: la manifestazione ha anche un obiettivo politico, così come si legge su IlFarodiRoma: "Questo digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti è una protesta contro le politiche del nostro governo, politiche verso chi deve fuggire da situazioni insostenibili". A finire nel "mirino" dei preti di strada, questa volta, potrebbe essere il Dl Salvini.

L'appuntamento, com'era avvenuto nel recente passato, è in piazza San Pietro. Poi i digiunanti si dovrebbero dirigere sotto Montecitorio. Per ribadire, ancora una volta, il loro "no" alla linea dura in materia di gestione di fenomeni migratori.

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