Il mistero dei sub morti e quegli strani tatuaggi sui loro corpi

La decisione è stata assunta dalla procura di Messina con riferimento al cadavere rinvenuto a Castel Di Tusa, l'obiettivo è quello di rievocare nei ricordi di qualcuno l'identità di quella persona o la conoscenza del significato delle immagini

Il mistero dei sub morti e quegli strani tatuaggi sui loro corpi

Proseguono le indagini dirette a risolvere il mistero relativo ai carichi di hashish ritrovati sulle spiagge siciliane, unitamente al rinvenimento dei cadaveri dei tre sub. A lavoro diverse procure dell’Isola per risolvere quello che si sta verificando un vero e proprio grattacapo che preannuncia tempi lunghi per la sua risoluzione. Dopo aver reso nota la pista che si sarebbe seguita è caduto il silenzio sulla vicenda. A distanza di poco più di un mese, la procura di Messina, anch’essa operante sulle indagini, ha voluto rendere noto qualcosa che riguarda uno dei cadaveri rinvenuti nel corso di questo periodo. Si tratta del sub ritrovato sulla battigia di Castel Di Tusa il sette gennaio scorso.

La vicenda, molto complessa, ha avuto inizio tra fine dicembre e inizio di gennaio, quando sulle spiagge di San Leone e Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, sono stati rinvenuti alcuni pacchi contenenti, in entrambi i casi, circa 30 chili di hashish. Nulla avrebbe fatto pensare che nei giorni successivi sarebbero state ritrovate su altre coste siciliane le stesse quantità della stessa tipologia di stupefacente. Nei giorni a seguire infatti, analoghi casi sono stati denunciati nel trapanese e, precisamente a Marinella Di Selinunte e a Marsala, in contrada Sbocco.

Poi nuovamente altri pacchi di droga nel mare della Scala dei Turchi, nel territorio agrigentino. Si tratta di ingenti quantità di stupefacente che, se piazzato sul mercato, avrebbe fruttato più di un milione di euro. Contestualmente alla droga, sulla battigia di tre spiagge venivano trovati altrettanti corpi privi di vita appartenenti a dei sub. Termini Imerese, Castel Di Tusa e Cefalù il luoghi in cui veniva fatta la brutta scoperta.

A lavoro le procure di Agrigento, Trapani, Messina e Patti per costruire una pista che potesse risolvere il mistero. Intanto una cosa è certa, i cadaveri avevano delle caratteristiche comuni: stessa origine (caucasica), stessa muta, uguali scarpe di ginnastica e identici tatuaggi. Proprio sul significato di quei disegni gli inquirenti hanno voluto concentrare maggiori attenzioni senza però venirne a capo.

Per questo motivo, la procura di Messina ha voluto rendere pubbliche le immagini dei tatuaggi. Nel caso in questione si tratta di quelle relative al cadavere rinvenuto a Castel Di Tusa. Un disegno tribale nell’avambraccio sinistro con due lettere, tra cui una “M”. Un altro tatuaggio è quello che ritrae un pipistrello sulle scapole. Non si riesce ad identificare il corpo dell’uomo.

Il suo volto è deteriorato dalla lunga permanenza in acqua. Per questo motivo, nel tentativo di poter rievocare nella mente di qualcuno un ricordo su questa persona o sul significato dei disegni, sono state pubblicate le immagini.

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