Coronavirus

"Non sappiamo come pagare la spesa". E provano a portare via i carrelli pieni

Ieri una gruppo di persone ha riempito i carrelli della spesa per poi cercare di uscire senza pagare la merce. Episodi simili si stanno verificando in molti altri supermercati della città

"Non sappiamo come pagare la spesa". E provano a portare via i carrelli pieni

Un contro effetto della situazione che sta vivendo il Paese e il rischio di una bomba sociale per quelle fasce di popolazione a reddito zero che vivono di lavoro in nero. A Palermo ieri una ventina di persone hanno assaltato il supermercato Lidl in viale Regione siciliana. Sono entrati, hanno riempito i carrelli di generi alimentari, e raggiunte le casse hanno cercato di forzarle: "Non abbiamo soldi per pagare la spesa", raccontano increduli i testimoni che hanno assistito alla scena. Il panico e il terrore si sono diffusi in maniera dilagante nel giro di pochi minuti. Sono dovuti intervenire polizia e carabinieri per riportare la calma. All'esterno del supermercato la gente era come sempre in fila, a distanza di un metro come impongono le regole anti Covid-19, ma all'interno ci sono stati momenti di nervosismo e tensione. Per diverse ore è stato il caos. In città si è sparsa la voce di furgoni che trasportavano derrate alimentari rapinati da bande. In realtà non era vero, ma in tempo di emergenza sanitaria, il virus più letale è la disinformazione.

In realtà, l'episodio di ieri è solo l'ultimo e forse quello che è finito alla ribalta delle cronache per il numero di persone che vi hanno preso parte. Altri episodi, più o meno eclatanti, si sono verificati in altri supermercati della città, soprattutto nei quartieri popolari. La gente entra nei supermercati: si dirige dai direttori di filiale e chiede - o pretende - di uscire con un sacchetto della spesa senza pagarlo. Anche nel momento in cui scriviamo, registriamo altri casi in città. Comincia a serpeggiare la paura di non poter mangiare, di continuare a restare in questa situazione di stallo. Ad amplificare il malumore ci pensano i social, soprattutto Facebook, che fa da cassa di risonanza a chi si trova costretto a stare a casa. Negli ultimi giorni sono nati diversi gruppi che inneggiano ad una vera e propria rivoluzione contro il sistema e lo Stato. "Basta stare a casa, dobbiamo mangiare"; "A casa resta chi riceve lo stipendio giorno 27"; "I bambini hanno fame e devono mangiare"; "Giorno 3 aprile sfasciamo tutto". Il tenore dei messaggi è questo, segno che al di là della delinquenza siamo molti vicini ad un punto di non ritorno: gente che non ha nulla da perdere e che prima dell'emergenza sanitaria viveva di lavori saltuari o in nero.

Alcuni video messaggi sono emblematici e spiegano la situazione attuale: "Signor Conte - dice uno di loro -. Lo vede mia figlia sta mangiando un pezzo di pane con la Nutella, se fra qualche giorno mia figlia non potrà mangiare questo pezzo di pane, noi faremo la rivoluzione. Deve dire chiaramente quando arriveranno gli aiuti e i soldi della cassa integrazione. Io ci sto mettendo la faccia, tanto a questo punto non mi interessa neanche se mi arrestano. Sono passati 20 giorni e siamo a zero, i soldi sono finiti". Adesso che il mercato ortofrutticolo di Palermo è chiuso (riapre ufficialmente lunedì ma gli ingressi saranno contingentati ai possessori di partita iva e con i documenti in regola), in tanti non hanno di che vivere. "Noi faremo la rivoluzione - il tenore di un altro messaggio -. I soldi stanno finendo e noi moriremo di fame. Il sindaco se ne frega, ma non durerà molto perché tra poco dovremo dare a mangiare ai nostri figli".

La bolla sociale sta per scoppiare e nulla sarà più come prima.

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