Cronache

Denti, ossa e casa del vescovo. I dubbi sugli scheletri ritrovati

Le ossa ritrovate in un palazzo pertinente alla Nunziatura apostolica continuano a far discutere. Ecco tutte i dubbi sul caso

Denti, ossa e casa del vescovo. I dubbi sugli scheletri ritrovati

Ritrovare delle ossa all'interno di un palazzo di proprietà del Vaticano non è un fatto usuale. Specie se il luogo interessato dal reperimento è pertinente alla Nunziatura Apostolica. Quelle che per ora sembrano soprattutto suuggestioni giornalistiche hanno fatto sì che il ritrovamento venisse collegato alla triste vicenda di Emanuela Orlandi, scomparsa nell'ormai lontano 1983.

In realtà, per comprendere bene di cosa e di chi stiamo parlando, bisognerà aspettare i risultati dei test scientifici. Le prime rilevazioni avrebbero attestato il rinvenimento di un bacino femminile. C'è chi scrive di ossa riguardanti due distinte persone. Per ora si naviga a vista. Dati più approfonditi dovrebbero essere resi noti durante la giornata di lunedì.

Le ipotesi in campo sono almeno tre, ma non è escludibile che le ossa possano appartenere a soggetti non ancora tirati in ballo dalla stampa. Si parla della moglie del custode dell'ambasciata. Le tracce della donna sarebbero state perse negli anni 60'. Poi c'è Mirella Gregori, un'altra ragazza sparita in circostanze mai chiarite, a poca distanza temporale dalla Orlandi.

"Chiederemo alla procura di Roma e alla Santa Sede in che modalità sono state trovate le ossa e come mai il ritrovamento è stato messo in relazione con la scomparsa di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori". A esprimesi per mezzo di queste parole è stato l'avvocato Laura Sgrò. In effetti, queste appaiono domande centrali. Ma anche altre questioni sembrerebbero necessitare di risposte. Le attenzioni di chi sta lavorando sui resti, adesso, si sarebbero concentrate sui denti: la presenza di un terzo molare derubricherebbe l'eventualità che le ossa siano quelle di una persona giovane. I denti del giudizio spuntano in una fascia d'età che va dai 17 ai 25 anni.

C'è un fatto che, prescindendo dall'esito scientifico del ritrovamento, vale la pena sottolineare: la risoluzione dei due casi, quello della Orlandi e quello della Gregori, è un obiettivo a cui i cittadini romani non hanno mai rinunciato. Il lutto non è mai stato elaborato perché di lutto, a guardar bene, non si può parlare. L'opinione pubblica spinge affinché entrambi i misteri vengano risolti.

Un elemento importante è costituito dal pavimento, sotto il quale sarebbero state reperite queste ossa. Quando è stato costruito? Negli anni 60'? Negli anni 80'? Datare costruzioni e possibili lavori di ristrutturazione aiuterebbe non poco. L'ipotizzabile estrazione del Dna, certo, costituirebbe il passaggio fondamentale, ma anche comprendere qualcosa in più sulla pavimentazione sarebbe d'ausilio. Qualcuno ipotizza che quel pianale sia stato ristrutturato proprio negli anni 80'. Due più due, in questa storia, può non fare quattro. Bisogna usare i "se".

Certo è, infatti, che se le ossa appartenessero a una o a tutte e due le ragazze scomparse, allora il luogo di ritrovamento diventerebbe sospetto: la Nunziatura Apostolica non è un luogo dove si può entrare o uscire a piacimento. L'eventuale sepoltura avrebbe dovuto richiedere la complicità di qualche superiore? Sarebbe possibile, a distanza di anni, rintracciare testimoni? La Giustizia italiana avrebbe potuto fare ricerche all'interno della Nunziatura? Oppure qualcuno è stato sepolto in una zona extraterritoriale anche per evitare possibili indagini? Il nunzio apostolico durante gli anni della sparizione di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori era mons. Romolo Carboni, ritiratosi per raggiunti limiti di età nell'86' e deceduto nel 1999. Un ecclesiastico che non risulterebbe mai essere stato accostato al caso della Orlandi.

Solo il tempo ci dirà se queste domande hanno motivo d'esistere oppure no.

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