Una marcia su San Pietro per chiedere a Benedetto XVI una preghiera per Emanuela Orlandi. Una manifestazione in Campidoglio e un corteo organizzato da Pietro Orlandi, fratello della ragazza sparita 29 anni fa. Ma anche questa volta il Papa non risponde all'appello, scatenando l'ira dei decine di manifestanti. Così durante l'Angelus da San Pietro si sono levati fischi e urla. "Vergogna!", hanno ripetuto più volte insieme al nome della ragazza, mentre liberavano palloncini bianchi con appesa la foto in bianco e nero diventata ormai simbolo di uno dei misteri più famosi d'Italia.
"È un peccato. Bastava una parola di preghiera", ha commentato Pietro Orlandi, "Non capisco perchè non vogliono capire, credo che il Papa sia sempre più solo. Gli stanno facendo terra bruciata attorno e anche oggi gli avranno impedito di parlare di Emanuela". Poco prima il corteo era stato bloccato per qualche minuto all'inizio di via della Conciliazione per il divieto di esporre foto e striscioni in piazza San Pietro. "Non riesco a capire in che modo possa creare problemi una sua foto stiamo scherzando? Io la foto la porto in piazza perchè Emanuela era una cittadina vaticana. È una forma di rispetto nei suoi confronti", aveva ribattuto Orlandi alle forze dell'ordine che gli avevano imposto il divieto.
La vicenda di Emanuela Orlandi è sempre più legata a quella di Enrico "Renatino" De Pedis, la cui salma è stata trovata all'interno della basilica di Sant'Apollinare.
Oggi contro la tumulazione in una chiesa del boss della banda della Magliana si è scagliato anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, promettendo che i resti verranno trasferiti il prima possibile al Verano: "Questa situazione di blocco che ormai si trascinava da tanti anni si è rotta. Così terminerà questa vergogna. Non è accettabile che in una chiesa di Roma sia sepolto il boss di una delle più feroci bande che ha colpito ed ha insanguinato la nostra città".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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