Cronache

Il Papa tuona nel nuovo libro: "I populisti si credono Dio"

L'ultimo libro di Papa Francesco contiene riflessioni teologiche. Bergoglio però nel testo attacca ancora i sovranisti: "Pensano solo a se stessi"

Il Papa tuona nel nuovo libro: "I populisti si credono Dio"

Papa Francesco continua a ribadire i punti essenziali della sua pastorale. Nell'ultimo libro, che è intitolato "Io credo, noi crediamo", Jorge Mario Bergoglio delimita le caratteristiche di chi può definirsi cristiano. C'è un comandamento dirimente, ossia quello dell'amore. Aiutare gli altri è una conditio sine qua non. E chi non è in grado di garantire ausilio al prossimo non può considerare se stesso alla stregua di un cristiano vero e proprio.

La riflessione del pontefice argentino è forte. Il Papa ha scelto parole precise: "Quando vedo cristiani troppo puliti che hanno tutte le verità, l’ortodossia, la dottrina vera, e sono incapaci di sporcarsi le mani per aiutare qualcuno a sollevarsi, non sanno sporcarsi le mani; quando vedo questi cristiani io dico: ma voi non siete cristiani, siete teisti con acqua benedetta cristiana, ancora non siete arrivati al cristianesimo". Il rigidismo, insomma, non è sinonimo di una fede vissuta in modo pieno, anzi. Il testo librario contiene le interviste che il Santo Padre ha rilasciato su Tv2000 a don marco Pozza, che è un consacrato incaricato pure presso il carcere di Padova. Ma quella sul comandamento dell'amore non è l'unica chiave interpretativa del pensiero dell'ex arcivescovo di Buenos Aires. La visione del gesuita rimane molto complessa. Dalla politica alla teologia: nulla viene lasciato al caso.

Satana, per esempio, non fa parte di un immaginario fantasioso. Bergoglio è il Papa che, più di ogni altro successore di Pietro, ha nominato il diavolo all'interno dei suoi discorsi. In questo aspetto, Francesco si differenzia da padre Sosa, il superiore generale dei gesuiti, che aveva negato la fisicità di Lucifero. Alcuni passaggi di "Io credo, noi crediamo" sono stati pubblicati da Il Corriere della Sera. Il fatto che Satana esista davvero viene sottolineato dal Papa della Chiesa cattolica: "Io credo Satana, credo alla sua esistenza, ma non lo amo. Non dico «credo in», perché so che esiste, ma devo difendermi dalle sue seduzioni". Ma il mondo deve tutelarsi anche da un pericolo. La "guerra santa" di Bergoglio contro il sovranismo si arricchisce, con questa opera, di un altro capitolo. Francesco è convinto che il populismo, in specie per le sue posizioni di chiusura sostenute nei confronti dei migranti, debba essere contrastato.

Il pontefice sudamericano pensa che uno dei tratti fondamentali dell'ideologia sovranista sia l'egoismo. Il giudizio di Jorge Mario Bergoglio è netto: "I populisti sono uomini e donne che pensano solo a se stessi — non agli altri, che abbandonano alla miseria, uccidono o lasciano morire — e alimentano il culto di sé, credendosi Dio". Ogni movimento populista - com'è noto - basa la sua azione sulla retorica di un leader, che Francesco chiama "grande sacerdote" o "portavoce". Il Santo Padre fa due nomi: Hitler e Napoleone. Proprio in questi giorni, il vescovo di Roma si è detto di nuovo preoccupato per la diffusione di questa ideologia.

Poi la parte più teologica del libro: dal giudizio universale all'inferno, passando pure per il dialogo con le persone defunte. Jorge Mario Bergoglio, attraverso "Io credo, noi crediamo", si conferma un "teologo del popolo". Nel corso del mese di marzo, Bergoglio avrebbe dovuto siglare un patto per una nuova economia ad Assisi. Ma "The Economy of Francis", l'evento internazionale in questione, dovrebbe adesso essere spostato a novembre. L'emergenza dovuta al coronavirus rischia di modificare il programma previsto per i prossimi mesi.

La pastorale del pontefice, invece, non cambia di una virgola.

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