Con un taglio lineare del trattamento previdenziale, pari al 4% per ogni anno di anticipo fino ad un massimo di 3 anni, un lavoratore perderebbe tra i 520 e i 2.340 euro per sempre. Il dato emerge da uno studio della Uil in base alle indiscrezioni sulla flessibilità in uscita e il possibile taglio lineare dell’assegno pensionistico. Il richiedente nel caso di un anno di anticipo con un trattamento di 13.000 euro lordi annui vedrebbe la propria pensione tagliata di 520 euro l’anno; se anticipasse di due anni, il taglio sarebbe di 1.040 euro; con tre anni di anticipo perderebbe 1.560 euro.
Nell’ipotesi di un trattamento di 19.500 euro lordi annui dovrebbe rinunciare a 780 euro per un anno di anticipo, a 1.560 euro per due anni di anticipo, ed infine con 3 anni di anticipo a 2.340 euro. La Uil ricorda inoltre che queste perdite "opererebbero dal momento del pensionamento per tutto il resto della vita del richiedente". Per il sindacato bisogna "reintrodurre la flessibilità di accesso alla pensione a partire dai 62 anni" e la Uil si dice pronta a un confronto. "Chiediamo, dunque, al Governo l’apertura in breve tempo di un dialogo per poter individuare la via migliore da perseguire, evitando gli errori commessi nel recente passato. Definire una soluzione utile e positiva metterebbe fine alla confusione esistente".
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