Cronache

Poste, la truffa milionaria della dipendente infedele

Proponeva investimenti riservati a tassi speciali. Le vittime erano costrette a versare sul suo conto

Poste, la truffa milionaria della dipendente infedele

Fredda, lucida, con una forte predisposizione al pelo sullO stomaco. E un aspetto fisico da anonima e innocua sciura che certo non si può mettere in secondo piano e l'ha aiutata parecchio. Invece per gli uomini della Guardia di Finanza di Monza è semplicemente «la kamikaze». Tiziana, 58enne residente a Besana Brianza, dipendente da tanti anni dall'ufficio Poste italiane di Carate Brianza prima e di quello di Monza poi, è riuscita a truffare una quarantina di correntisti (quelli emersi finora, ma non si esclude siano molti di più) grazie a un brillante escamotage che porta avanti indefessa dal 2014: ha raggirato infatti le sue «vittime» proponendo un investimento postale riservato, come lei asseriva, «solo ai dipendenti di Poste Italiane».

Un affarone, in apparenza: i dipendenti godono di una agevolazione sugli interessi rispetto ai clienti, o almeno è quanto lei ha fatto credere ai truffati, riuscendo a sottrarre loro anche cifre che superano i 100mila euro a testa, riducendoli sul lastrico.

Così, convinti di essere stati molto fortunati a incontrare una dipendente postale pronta a prestare la sua qualifica per far guadagnare amici e conoscenti (mai sconosciuti) - tutti i correntisti gabbati, le hanno consegnato fiduciosi i loro risparmi. Fino a ora si tratta circa di un milione di euro, almeno secondo le stime ricavate dalle prime trenta querele presentate agli investigatori della Guardia di Finanza di Monza, che su questo caso stanno lavorando alacremente da tre mesi. Al comando delle Fiamme Gialle monzesi, in via Manzoni 7, si può notare infatti, soprattutto negli ultimi giorni, un andirivieni di tutte le vittime coinvolte in questa squallida storia tutta italiana.

Vediamo le modalità del raggiro. Tiziana faceva confluire nel suo conto corrente postale le somme di denaro dei clienti delle Poste, con la promessa di investirli a nome suo in un fantomatico «Progetto Orizzonte». Ricevuti i soldi tramite assegni o bonifici, la donna costruiva abilmente delle false ricevute postali che attestavano agli ignari clienti l'investimento promesso. Quindi la donna consegnava ai truffati una documentazione completamente artefatta e ingannevole, sulla quale, però, apponeva, il vero timbro di Poste Italiane. Proprio la presenza di quel timbro e il contenuto della documentazione, spingeva i clienti a continuare a versare denaro a nome della donna.

Tutto questo dura un paio d'anni, fino all'agosto 2016. Quando una coppia di anziani brianzoli, intuendo che c'era qualcosa che non andava, chiede e ottiene un incontro con due funzionari postali, negli uffici amministrativi delle Poste di Monza. Un colloquio dal quale emerge chiaramente - con tutte le assurdità del caso e il conseguente enorme stupore dei funzionari, sconvolti dal perfetto meccanismo del raggiro - il diabolico piano messo a segno dalla insospettabile dipendente postale.

La Guardia di Finanza, scesa in campo con i suoi migliori investigatori esperti nel settore delle truffe, sta ricostruendo, seppure con tutte le difficoltà del caso, tutto il percorso del denaro maneggiato in maniera truffaldina dalla signora Tiziana, per riuscire innanzitutto a individuare che fine hanno fatto queste enormi somme sottratte, mentre l'avvocato Debora Piazza del foro di Milano è stata nominata da legale di fiducia di una ventina di vittime.

Nel frattempo Tiziana, indagata dalla Procura di Monza per truffa, è sparita dalla circolazione, o comunque si fa notare poco in giro. E la sua spavalderia - che in un primo tempo non disdegnava di mostrare in pubblico, pubblicizzando i fantomatici arricchimenti dei suoi clienti grazie al suo grandioso progetto d'investimento postale - com'era ovvio, è sparita insieme a lei..

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