Cronache

La "nave madre" dei migranti: ecco cosa c'è dietro gli sbarchi

Sono circa 400 i tunisini arrivati nelle coste agrigentine attraverso una nave madre. Altri migranti sono giunti a Lampedusa e Linosa. Adesso l'allerta sbarchi è alta

La "nave madre" dei migranti: ecco cosa c'è dietro gli sbarchi

Ad Agrigento è invasione migranti. Sarebbero secondo alcuni testimoni ben 400 gli extra comunitari di origine tunisina giunti nella spiaggia di Palma di Montechiaro nel primo pomeriggio di oggi. Nel corso della giornata però dalla questura hanno specificato che forse le persone sbarcate non sono più di 70. Un vero e proprio caos che ha fatto scattare l’allarme in men che non si dica. Uno sbarco imponente che lascia spazio a tutti i presupposti di un arrivo con una “nave madre”. Infatti, a pochi metri dalla battigia è stato ritrovato un barcone di circa 10 metri che, in base alle testimonianze, corrisponderebbe a quello usato per lo sbarco dei migranti. Della seconda imbarcazione, avvistata dai testimoni, nessuna traccia. Sul posto immediatamente le forze dell’ordine per fermare ed identificare gli arrivati nel rispetto di tutte le misure di sicurezza.

In mare le motovedette della Capitaneria di Licata e di Porto Empedocle e anche il pattugliatore della guardia di finanza. Nei cieli invece l’elicottero della polizia per rintracciare la seconda imbarcazione e anche i migranti che sono riusciti a scappare una volta approdati sulla terra ferma. Un vero e proprio caos che sta tenendo impegnati gli uomini in divisa ma che sta anche generando allerta nella Città del Gattopardo e nel territorio provinciale. Infatti sono stati già segnalati diversi extracomunitari sulla strada statale che porta ad Agrigento. Uno sbarco di questa entità non lo si vedeva dal 2017, anno caratterizzato dall’arrivo imponente di sbarchi fantasma nelle coste dell’agrigentino.

È un fine settimana bollente per la Sicilia se si considera che quella di Palma di Montechiaro non è l’unica costa ad essere stata interessata dagli sbarchi. Sempre questo pomeriggio infatti è arrivato a Linosa un altro barcone con a bordo 52 migranti, un altro mezzo è stato intercettato al largo di Lampedusa e altri arrivi sono stati registrati a Trapani. In quest’ultimo caso si parla di tre barchini. Ma anche ieri sera sono stati registrati nuovi arrivi sull’isola di Lampedusa con due barche diverse. La prima, con a bordo cinque tunisini, è arrivata direttamente sul molo Favarolo. La seconda, con a bordo altri 40 tunisini, è stata intercettata a largo dalla guardia di finanza e scortata fino al molo.

Si tratta di una vera e propria invasione che sta generando allarme tra le popolazioni interessate ma anche tra gli amministratori locali. Una situazione ai limiti della gestibilità visto e considerato sia il numero eccessivo di migranti sia l’emergenza sanitaria che richiede il distanziamento sociale e il rispetto della quarantena. Dove verranno trasferiti adesso i nuovi arrivati? La nave quarantena situata in rada, a Porto Empedocle, non basta più e adesso il problema relativo alla gestione degli arrivi è diventato realtà. Ed in merito a questa nuova e massiccia ondata di arrivi sono intervenuti i parlamentari della Lega Stefano Candiani e Nicola Molteni, sottosegretari all'Interno col ministro Salvini attribuendo al governo la responsabilità di quanto è accaduto. " Record di sbarchi in una giornata, con più di 400 arrivi. Colpa del Governo e della scellerata maxi sanatoria della Bellanova e dei 5Stelle-si legge in una nota dei leghisti che prosegue- L’Italia torna a essere il campo profughi d’Europa: nel 2020 si contano 4.445 sbarchi dal primo gennaio al 22 maggio, contro i 1.361 dello stesso periodo del 2019. Porti e porte aperte ai clandestini da chi vuole smantellare i decreti Sicurezza”.

Il maxi sbarco verificatosi a Palma di Montechiaro, ha rilanciato ancora una volta la questione relativa al possibile uso di navi madri da parte dei trafficanti di esseri umani. Una tecnica quest’ultima che, nel corso degli anni, è stata spesso al centro dei riflettori da parte soprattutto degli inquirenti.

Ma in cosa consiste la nave madre? Si tratta un’imbarcazione alla quale solitamente sono attaccati altri mezzi di dimensioni minori, i quali vengono poi sganciati e dirottati verso le coste siciliane ed i vari punti di approdo. Si tratta il più delle volte di pescherecci che, partendo dall’altra parte del Mediterraneo, percorrono poi buona parte del tragitto assieme ai gommoni ed ai barchini con a bordo i migranti. Una volta poi fatte partire le piccole imbarcazioni sganciate, gli scafisti a bordo della nave madre fanno retromarcia e tornano verso la Tunisia o la Libia. Da quando all’inizio degli anni 2000 il fenomeno migratorio si è fatto più intenso, si è sempre avuto il forte sospetto dell’uso delle navi madri da parte delle organizzazioni criminali. Ma è soltanto dopo l’anno nero del 2017, quello cioè dove in estate in provincia di Agrigento si contavano almeno due sbarchi al giorno, che su questa modalità usata dai trafficanti di esseri umani si sono accesi i riflettori.

Una prova lampante dell’impiego di navi madri, si è avuta ad esempio nel novembre del 2018. In quell’occasione, un aereo della missione Frontex ha avvistato un peschereccio sospetto non lontano da Lampedusa. Sembrava un’imbarcazione come tante, a bordo infatti non si avvistano assembramenti di migranti. Tuttavia, una fune legava questa imbarcazione con un barchino, anch’esso apparentemente vuoto. Il mezzo di Frontex ha quindi notato che, proprio in prossimità di Lampedusa, il peschereccio ha lasciato alla deriva il barchino ad esso attaccato.

Scattati i controlli, si è scoperto che all’interno di quel piccolo mezzo lasciato alla deriva c’erano 68 persone. Erano tutte stipate nella stiva, per questo dall’alto nessuno aveva avvistato la loro presenza. Il peschereccio, che fungeva quindi da nave madre, è invece scappato verso la Tunisia. Ne è nato un inseguimento che il 22 novembre 2018 ha coinvolto anche mezzi della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Alla fine, i sei scafisti a bordo di quel peschereccio sono stati arrestati a poche miglia dalle acque tunisine. La Procura di Agrigento, che ha coordinato quelle indagini, ha parlato delle prime vere prove tangibili dell’uso di una nave madre da parte dei criminali che lucrano con i viaggi della speranza. Nel mese di giugno del 2019, sempre da Agrigento è partita un’altra analoga operazione: anche in quel caso, una nave madre è stata avvistata non lontana dalle acque italiane e gli scafisti a bordo sono stati arrestati.

L’uso di navi madri da parte delle organizzazioni criminali è quindi oramai un dato consolidato. E soprattutto, appare una tecnica sempre più in voga tra i trafficanti. Del resto, i vantaggi per questi ultimi sono notevoli. In primis, gli scafisti hanno la possibilità di trovare più facilmente una via di fuga nelle acque internazionali, tornando quindi quasi subito nel porto di partenza in Libia od in Tunisia. In secondo luogo, la nave madre diventa un mezzo utilizzabile anche per più traversate: in questa maniera, le varie associazioni criminali possono sacrificare soltanto piccole imbarcazioni di legno. Altro aspetto importante riguarda il fatto che gli scafisti, grazie all’uso di una nave madre, evitano di scendere assieme ai migranti e di essere quindi poi in un secondo momento identificati. Ecco quindi perché c’è da scommettere su un uso, da parte dei trafficanti, sempre più importante di navi madri per far giungere i migranti sulle nostre coste.

Il miglioramento delle condizioni meteo, l’avvicinamento ai mesi estivi e l’uso di imbarcazioni più grandi da cui far partire i barchini diretti verso la Sicilia, sono tutti elementi che fanno temere settimane roventi sul fronte migratorio.

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