Cronache

Savona, passa mozione per aumentare la Tari a chi affitta ai migranti

La denuncia da parte dei Verdi, che hanno presentato un esposto in Procura, “atti di discriminazione razziale”

Savona, passa mozione per aumentare la Tari a chi affitta ai migranti

Il Comune di Savona ha deciso di aumentare la Tari a chi affitterà case a migranti o richiedenti asilo. La mozione presentata a riguardo dalla Lega è stata approvata dal Consiglio comunale venerdì 1 giugno, ed ha scatenato subito accese proteste da parte dell’opposizione. La giunta, guidata dal sindaco Ilaria Caprioglio, vorrebbe infatti considerare questi immobili come attività extra-alberghiere (B&B, affittacamere o case vacanze) e non come semplici residenze private.

I Verdi hanno presentato quest’oggi un esposto alla Procura di Savona, in cui chiedono di valutare “se gli atti compiuti non configurino ipotesi di reato volte al compimento di atti di discriminazione razziale". Inoltre, hanno manifestato la propria solidarietà nei confronti "della Diocesi di Savona-Noli, della Fondazione Caritas, dell'Arci e di tutti coloro che sono tutti i giorni impegnati nell'accoglienza a migranti in situazioni di difficoltà".

Dunque nel caso in cui i cittadini di Savona decidano di affittare a immigrati o richiedenti asilo le proprie abitazioni, per il Comune queste sarebbero infatti assimilabili a strutture alberghiere, bed&breakfast o case vacanze. In questo modo, la Tari subirebbe un inevitabile aumento.

Una misura che potrebbe incidere pesantemente soprattutto sulle Cooperative, fino a mettere in discussione lo stesso sistema d’accoglienza. "Si tratta ancora di un atto generico", ha però specificato Silvana Montaldo, assessore al Bilancio, "Per mettere in pratica quanto chiede la mozione bisognerà intervenire sul regolamento Tari e capire come cambiarlo".

Esistono comunque dei precedenti relativi alla medesima tematica: a febbraio il sindaco di Turbigo, in provincia di Milano, aveva lanciato la stessa proposta.

In quel caso il primo cittadino Chirstian Garavaglia, eletto con Forza Italia, voleva contrastare l'applicazione del piano d'accoglienza firmato da 76 sindaci dell'hinterland e dalla prefettura: il Corriere della Sera calcolò che chi pagava ad esempio 159 euro per una casa da 100 metri quadrati, ne avrebbe dovuti sborsare 900 per affittarla a un migrante.

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