Coronavirus

Ecco la terapia per curare le (rare) trombosi dopo i vaccini

Ricercatori tedeschi, oltre alla causa che porta a rarissime trombosi, hanno inviduato una possibile terapia da attuare dopo il quinto giorno dalla vaccinazione in presenza di sintomi

Ecco la terapia per curare le (rare) trombosi dopo i vaccini

Alcuni ricercatori tedeschi avrebbero scoperto cosa ha provocato alcune, rarissime, trombosi dopo la somministrazione con il vaccino AstraZeneca che tanto ha fatto discutere ma, cosa più importante, è l'aver anche individuato una terapia.

Cosa ha provocato le trombosi

L'indagine, portata avanti dall'Ospedale universitario di Greifswald dopo sette casi sospetti di aggregazione piastrinica (che causa la trombosi) su oltre un milione e 600mila vaccinati sembra avere una risposta. "L'anticorpo, che in rari casi si forma dopo la vaccinazione con il vaccino AstraZeneca, attiva le piastrine. Queste agiscono, quindi, come la guarigione delle ferite e innescano la trombosi nel cervello", ha affermato lo scienziato di Greifswald, il Prof. Andreas Greinacher, in un comunicato diramato direttamente dai canali universitari. Quindi, la causa sarebbe una reazione immunitaria che, attivando gli anticorpi, può provocare (sottolineamo in rarissimi casi) la trombosi cerebrale.

Come si curano

Lo stesso scienziato ha affermato che sarà possibile praticare una terapia mirata "prescrivendo un farmaco di uso comune solo a quanti presentano una sintomatologia documentata". La bontà delle forniture di AstraZeneca e dei singoli lotti, fa sapere lo scienziato, è fuori discussione e non si riscontra nessun difetto di fabbricazione. Alla luce delle evidenze, "il vaccino AstraZeneca è sicuro ed efficace" ed i benefici "sono di gran lunga superiori ai rischi" e si può "escludere un incremento del rischio trombosi", ha sancito l'Ema, l'Agenzia europea dei medicinali, promuovendo la ripresa delle somministrazioni.

I campanelli d'allarme

Quindi, se effettivamente la causa dei casi di trombosi dovesse essere quella individuata dai ricercatori tedeschi, esiste un test che può rilevare la presenza degli anticorpi ed esistono trattamenti già noti. Come riportato dal Fattoquotidiano, la Gth tedesca, Associazione professionale per ricercatori, medici e professori che promuove la ricerca e l'insegnamento nel campo della trombosi e dell'emostasi, ha stilato delle raccomandazioni: le persone vaccinate che hanno dolori alle gambe, vertigini, mal di testa o disturbi visivi dal quinto giorno dopo la vaccinazione, devono essere testate per l’HIT di tipo 2. I classici sintomi nei primi giorni sono normali mentre quelli legati al rischio di trombosi si manifestano soltanto dopo il quinto giorno. Se il test è positivo, la Gth consiglia di somministrare l’immunoglobulina G per via endovenosa contro l’attivazione del CD32: questa terapia, presumibilmente interromperà il meccanismo che porta alla trombosi. “La terapia dovrebbe essere disponibile in ogni ospedale di medie dimensioni”, ha affermato Andreas Greinacher.

"Rarissimi episodi come per Pfizer e Moderna"

I disturbi, oltre a comparire dopo cinque giorni, devono allarmare se sono continuativi per più di tre giorni consecutivi: in quel caso bisognerà rivolgersi al proprio medico. "I dati escludono un incremento di eventi tromboembolici tra i vaccinati rispetto al resto della popolazione - ha commentato Massimo Clementi, Direttore del laboratorio di microbiologia del San Raffaele di Milano a La Nazione - lo stop è servito a un chiarimento, l'importante è che ora riprendano le vaccinazioni».

"Dal mio punto di vista - ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano - avrebbero potuto scrivere che questi rarissimi episodi, dopo il vaccino AstraZeneca, sono in linea con quelli osservati per i vaccini di Pfizer e Moderna, che nelle casistiche anglosassoni hanno dati simili".

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