Sarebbe tornato in libertà da lì a poche ore, ma non ha fatto in tempo a lasciare il carcere “Le Vallette” di Torino perché ha deciso di farla finita impiccandosi nella sua cella del padiglione B della casa circondariale. Un detenuto di 36 anni, originario del Gambia, si è tolto la vita dopo aver trascorso appena due giorni dietro le sbarre. L’uomo, accusato del furto di un paio di auricolari bluetooth e di resistenza a pubblico ufficiale, non ha retto psicologicamente alla detenzione. Non sapeva che il giudice era in procinto di ordinare la sua scarcerazione e ha compiuto il suo gesto tragico.
I fatti
Ieri mattina, dopo aver fatto regolarmente colazione, ha scambiato poche chiacchiere con gli agenti penitenziari e con un infermiere. A detta di chi lo ha incrociato non dava segni di squilibrio, anzi, sembrava molto tranquillo. Tornato in cella si sarebbe dovuto preparare per andare in palestra. Lo spazio era occupato solo dal gambiano, dato che il suo compagno di stanza aveva chiesto di essere trasferito. Invece di riempire il borsone, il 36enne ha preso un lenzuolo, lo ha arrotolato come se fosse una fune, lo ha appeso al gancio sul soffitto che sosteneva la lampada e ha stretto il collo all’altra estremità, lasciandosi andare nel vuoto. Ad accorgersi di ciò che stava accadendo è stato un secondino che ha chiamato subito i soccorsi. I medici hanno provato a rianimare per ben cinquanta minuti il gambiano, anche con un defibrillatore, ma non c’è stato nulla da fare. La Procura di Torino, intanto, ha sequestrato gli atti e aperto un'inchiesta.
Le reazioni
Il suicidio nel carcere di Torino è il settantaduesimo in Italia dall’inizio dell’anno. Un dato preoccupante commentato dal garante dei detenuti del capoluogo piemontese, Monica Gallo. “Si tratta di giovani spesso soli sul territorio con storie faticose e vite ai margini – ha detto – spesso alla prima carcerazione per reati bagatellari verso i quali si aprono con troppa facilità le porte del carcere per non riaprirsi mai più alla vita”. Duro il giudizio di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “Il 72esimo suicidio di un detenuto nelle nostre prigioni nel corso del 2022 - ha dichiarato - consumatosi stamani a Torino e cui vanno aggiunti quattro appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita, sta evidentemente a testimoniare ulteriormente quelle condizioni indegne delle carceri, per chi vi è ristretto e per chi vi lavora, di cui ha parlato il presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel suo discorso sulla fiducia alla Camera dei Deputati. Argomenti non dissimili ha peraltro usato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ha annunciato che le prime sue visite pastorali laiche si terranno in alcune carceri.
Ci sentiamo di rivolgergli un suggerimento, il ministro non comunichi preventivamente le visite, se possibile, neppure alla sua scorta e si rechi a sorpresa nei penitenziari”. Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, infine, ha definito l’episodio in carcere “una tragedia umana e sociale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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