Cronaca locale

L'ira dopo la tentata rapina: "Strade deserte, adesso riaprite"

Ancora un tentativo di rapina a Milano, straniero fermato in flagranza di reato ma si alza l'urlo degli imprenditori: "Fateci riaprire, città poco sicure"

L'ira dopo la tentata rapina: "Strade deserte, adesso riaprite"

Ancora una tentata rapina a Milano, nel cuore della zona dello shopping e in pieno giorno. A essere preso di mira un negozio di intimo di corso Buenos Aires di proprietà un noto brand italiano con sedi in tutte le città, che per la seconda volta in pochi mesi denuncia un fatto simile. A gennaio, infatti, a subire la stessa sorte era stato un negozio della medesima catena nella ancor più centrale piazza Cordusio, a due passi dal Duomo di Milano. Episodi che fanno riflettere e che hanno spinto il CEO Gianluigi Cimmino a esporsi con una nota per chiedere la riapertura in sicurezza delle attività commerciali.

Erano circa le 13 quando un uomo sospetto è entrato nel negozio di corso Buenos Aires, una delle vie dello shopping milanese solitamente gremita di gente a ogni ora del giorno. Da un anno a questa parte, invece, anche quest'arteria ha subito uno svuotamento che ha contribuito al prolificare di tentativi di rapina come quello di ieri. L'uomo, un 29enne nigeriano, una volta dentro il negozio è rimasto impassibile alle richieste della commessa di indossare la mascherina mentre fingeva di guardare tra gli scaffali. A un certo punto si è rivolto all'unica lavorante in quel momento presente nel negozio e le ha chiesto 50euro prima di tentare di aprire la cassa, ma senza successo.

La ragazza ha approfittato di quel frangente per uscire dal negozio e chiedere aiuto, attirando così l'attenzione di una pattuglia che transitava in quel momento in corso Buenos Aires. Lo straniero a quel punto è scappato dirigendosi verso piazzale Loreto. È stato tradito dai capelli castani, quasi biondi, che hanno permesso agli agenti di riconoscerlo e fermarlo in flagranza di reato. Fortunatamente, a differenza del tentativo di rapina dello scorso gennaio a Milano in zona Castello, nessuno è rimasto ferito. Resta la paura e la consapevolezza di un gravissimo disagio sociale e la percezione di mancanza di sicurezza nelle città svuotate dal Covid.

"Per mettere un argine a questa crescente disperazione e al disagio sociale è necessario riaprire le attività che possono essere svolte in sicurezza nelle città e nei centri commerciali: tra chiusure forzate e aperture autorizzate in luoghi diventati deserti non siamo più nelle condizioni di proteggere i nostri dipendenti e difendere i loro posti di lavoro", ha scritto Gianluigi Cimmino in una nota dopo aver saputo la notizia di una tentata rapina in uno dei suoi negozi. Ora l'urgenza è quella di pensare al futuro e Cimmino si rivolge direttamente ai politici: "Chiediamo per l'ultima volta di avere risposte chiare dal Governo: vogliamo essere messi in condizione di programmare il futuro delle nostre attività, qualunque esso sia".

La sua voce si unisce a quella di tantissimi imprenditori, liberi professionisti e commercianti che in piazza protestano per tornare a lavorare, per riprendere in mano le loro attività.

In questi giorni sono previste numerose manifestazioni con l'intento di sensibilizzare il governo alla gravissima crisi economica che sta distruggendo il tessuto sociale dell'Italia.

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