"Per noi terrone è offesa": lo scontro con la Crusca

Un ingegnere dal cognome "incriminato" ha fatto causa all'Accademia della Crusca per l'accezione negativa del termine in un articolo pubblicato sul sito delle Crusca che ora si difende

"Per noi terrone è offesa": lo scontro con la Crusca

La vicenda è di quelle che fanno discutere. Un ingegnere salernitano, Francesco Terrone, ha portato in tribunale l'Accademia della Crusca per l'uso dispregiativo del termine "terrone". L'uomo ha chiesto alla storica istituzione fiorentina danni morali e materiali per una scheda lessicale sulla parola pubblicata sul suo sito internet. La Crusca si difende, definendo "assurda e insensata" la causa civile che la vede coinvolta, ma intanto a settembre dovrà presentarsi al tribunale civile di Nocera Inferiore, Salerno, per tutelarsi.

La battaglia culturale ingaggiata da Francesco Terrone, 59 anni, ingegnere di Mercato San Severino, con l'hobby di scrivere poesie, è iniziata dopo la pubblicazione di un articolo, intitolato "Da dove arriva questo terrone?", pubblicato sul sito internet dell'Accademia della Crusca nel 2017. Alcuni lettori - incuriositi dal termine "terrone" - avevano chiesto spiegazioni sull'origine della parola e la redazione consulenza linguistica dell'Accademia aveva realizzato un articolo. Il contenuto del testo secondo l'ingegnere, però, non forniva un'accezione positiva del vocabolo (legata cioè alla ricchezza terriera del Sud Italia) così l'uomo ha inviato alla Crusca tre lettere di richiesta di integrazione dell'articolo. Dopo aver ricevuto "solo risposte evasive" Terrone è passato alle vie di fatto. Si è rivolto a un avvocato e ha citato in tribunale l'Accademia.

Così quella che sembrava solo una richiesta insistente, si è trasformata in una battaglia legale, che prenderà il via il prossimo settembre con la prima udienza presso il tribunale civile di Nocera Inferiore, Salerno. La richiesta presentata dai legali dell'ingegnere è quella di aggiungere alla definizione attuale, un riferimento "alla terra dei latifondisti, dei feudatari, dunque alla ricchezza, oltre a riconoscere un cognome i cui discendenti diedero lustro all'Italia intera". Ma intanto di mezzo c'è anche la richiesta danni.

Interpellato dall'Adnkronos sull'intera vicenda, il presidente dell'Accademia della Crusca, il professore Claudio Marazzini, si dice scioccato dalla richiesta e difende l'operato della storia istituzione linguistica: "Vicenda surreale. Si cerca di far passare la Crusca come responsabile dell'uso distorto del termine 'terrone' negli ultimi 150 anni di storia d'Italia. Anzi la nostra Accademia ha segnalato questo difetto, lo ha contestato, criticato, condannato, pur facendone, come è ovvio, la storia, perché la storia non si può cancellare. Perché signor Francesco Terrone non fa causa a tutte le case lessicografiche italiane, ai vocabolari che descrivono il significato delle parole anche quando queste possono risultare sgradevoli o offensive?". Il presidente rivendica la mancata intenzione discriminatoria e offensiva e intanto chiede aiuto all'Avvocatura dello Stato.

L'Accademia ora si appresta a scrivere una memoria difensiva in vista dell'udienza.

Ma l'ipotesi più plausibile è quella di un accordo extra giudiziale per evitare di arrivare in tribunale. Magari aggiungendo un commento da parte di Francesco Terrone interessato alla questione sotto alla voce nel sito internet.

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