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Le tre balle sul caso Scanzi

Dalla bufala del caregiver dei genitori alla lista fantasma fino alla telefonata al giornalista: tutto quello che non torna

Le tre balle sul caso Scanzi

Andrea Scanzi poteva vaccinarsi. Non lo dice il giornalista de Il Fatto Quotidiano ma il direttore della zona distretto di Arezzo. Evaristo Giglio, infatti, con una nota ha sollevato Scanzi da ogni responsabilità sulla polemica nata attorno all'incoluzione del vaccino AstraZeneca, effettuata in veste di riservista. Ma Il Tirreno, quotidiano toscano, ha pubblicato un articolo con il quale ha messo in evidenza tre punti oscuri, in parte chiariti dallo stesso Scanzi in una successiva intervista.

Scrive Claudia Guarino per Il Tirreno: "Scanzi non è un badante (e neppure si è mai preso cura dei suoi genitori con quali non convive)". L'appunto della giornalista si basa sulla classificazione come caregiver che sarebbe stata data ad Andrea Scanzi dalla Asl, che come tale l'ha inserito nelle liste dei panchinari del vaccino in quanto i suoi genitori sono persone fragili a causa di patologie pregresse. La Guarino, poi, continua: "La lista dei riservisti nei quali sarebbe stato inserito è stata istituita venti giorno dopo di quando lui dichiara di essersi iscritto". La lista dei panchinari, come più volte asserito da Andrea Scanzi, sarebbe stata esclusivamente verbale o, al limite, compilata a penna. Solo successivamente, in concomitanza con la polemica, Regione Toscana avrebbe provveduto a ufficializzarla. Infatti, dopo il caos scoppiato su Andrea Scanzi e la pubblicità della lista dei riservisti, in poche ore sono stati circa 6mila gli iscritti per ottenere le dosi non somministrate. Infine, c'è il terzo appunto della giornalista de Il Tirreno: "Il giorno in cui dice di essere stato chiamato all’ultimo minuto non si trovava nell’Aretino ma (sembra) in un hotel a centinaia di chilometri". Claudia Guarino fa riferimento a un'indiscrezione trapelata nelle ore precedenti secondo la quale il giornalista si sarebbe trovato a Merano, sulla quale però non esistono conferme.

"Non escludo che una procedura del genere sia possibile e se l'Asl dice che è tutto regolare sicuramente lo è. Sta di fatto che all’ordine dei medici non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale dall’Asl (di segalare pazienti). E posso dire lo stesso anche come medico di medicina generale", ha commentato a Il Tirreno il dottor Lorenzo Droandi, presidente dell’ordine dei medici di Arezzo. Droandi, poi, si chiede: "Che cosa succederebbe se ci mettiamo a telefonare per tutti i caregivers? Ai miei pazienti dico che se ne hanno diritto e vogliono figurare, per così dire, nella 'panchina' dei riservisti devono iscriversi alle liste e poi, qualora ci fosse un posto libero, saranno contattati".

Andrea Scanzi è tornato a dire la sua ai microfoni di Affaritaliani.it, rivendicando di aver dato lui stesso la notizia: "Ho sbagliato a vaccinarmi? Accetto la critica, ma da qui a trattarmi da merda e costringere mio padre a chiudere il suo profilo Facebook per gli insulti ce ne corre. Non me lo merito io e tantomeno i miei genitori, che sono stressatissimi per questa vicenda". Nella lunga intervista, quindi, Andrea Scanzi ha ricostruito l'andamento della sua vaccinazione, dai contatti con il medico curante fino a quelli con il direttore della Asl di Arezzo. Ha, quindi, rivelato quale sia il motivo dietro la sua priorità vaccinale in quanto "figlio unico di genitori estremamente vulnerabili".

Ma non in veste di convivente, perché lui stesso ammette di non esserlo più: "Non mi sento minimamente un 'caregiver familiare': sono vent';anni che non vivo con i miei genitori, i quali (toccando ferro) nonostante tutto sono autosufficienti.

È chiaro se uno mi definisce “caregiver” e poi mi vede il giorno dopo in una clinica detox a 5 stelle pensa che io stia prendendo per il culo il prossimo, ma è stata l'ASL a definirmi in quel modo, anche se non penso di meritarlo".

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