Csm Tre membri si dimettono: «Guardasigilli inaccettabile»

Tre consiglieri del Csm hanno presentato al Comitato di presidenza, perché le comunichi al capo dello Stato, le loro dimissioni dalla Commissione per gli incarichi direttivi, di cui sono stati presidenti: un gesto in polemica con le dichiarazioni del ministro della Giustizia Angelino Alfano che, in un’intervista andata in onda mercoledì al Tg2, ha parlato di «nomine lottizzate ai vertici degli uffici giudiziari». Nella lettera, a quanto si è appreso, i consiglieri Giuseppe Maria Berruti, Ezia Maccora e Vincenzo Siniscalchi (nel tondo) esprimono allarme per il livello dello scontro tra magistratura e politica, visto che il ministro li ha accusati di condotte illecite. Il Guardasigilli aveva detto: «Mi sto battendo per evitare che i vertici degli uffici giudiziari, e cioè i procuratori e i presidenti di Tribunale vengano lottizzati. Non è possibile che si dica: a questa corrente spetta questa procura, a quest’altra corrente due procuratori aggiunti.

Penso che a guidare le procure debbano andare i migliori, senza bisogno di controllare qual è lo spillino della corrente che hanno affisso sulla giacca». Accuse ritenute inaccettabili dai tre consiglieri, che in quanto presidenti sono i garanti della regolarità dei lavori della Commissione e tanto più gravi, visto che provengono dal ministro della Giustizia.

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