"Cucina Triennale" tra le architetture di Muzio e De Chirico

La "Cucina Triennale" è ristorante e caffetteria dove poter organizzare con vista sul verde del giardino e sui "Bagni Misteriosi" di Giorgio De Chirico la prima colazione, il pranzo, una merenda, l'aperitivo e la cena

"Cucina Triennale" tra le architetture di Muzio e De Chirico
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Triennale Milano è uno di quei luoghi che diventano dello spirito, perché anche solo il trascorrerci un po' di tempo diventa un ristoro per l'anima. Non solo visitando le sempre originali mostre di cui l'attuale Esposizione internazionale dedicata alle "Inequalities" è un pregevole esempio, ma anche semplicemente frequentando i sempre più numerosi spazi recuperati e aperti gratuitamente dall'illuminata visione del presidente Stefano Boeri. Tra questi il prezioso recupero del Piano Parco che avrà orari prolungati e attività per tutti e dove si incontra le nuova apertura di "Cucina Triennale", ristorante e caffetteria dove poter organizzare con vista sul verde del giardino e sui "Bagni Misteriosi" di Giorgio De Chirico la prima colazione, il pranzo, una merenda, l'aperitivo e la cena. Il tutto (e questo è veramente notevole) proprio in quegli spazi già pensati per questo da Giovanni Muzio, il grande architetto milanese che riscoprì le forme classiche e, amico di Mario Sironi, mise in architettura l'estetica del movimento Novecento in contrapposizione al Razionalismo. Una sfida tra giganti dell'urbanistica littoria che a Milano lo portò a erigere l'Università Cattolica e al parco Sempione il Palazzo dell'Arte, sede della Triennale. E quindi alla sua matita si devono le tre sale, pavimentate in legno industriale e affacciate sul parco con nuovi serramenti tripartiti realizzati seguendo il disegno originale, il triportico affacciato sulla fontana di De Chirico finalmente visibile senza intralci e ben illuminata. Le linee e i volumi degli originali soffitti a travi romboidali sono stati illuminati da borchie e su immagini di archivio del 1933 sono ricostruiti i tavoli dal disegno originale di Gigiotti Zanin. Ristorante e caffetteria sono affidate a T'a Milano, food company con radici nella cioccolateria. "Portare la nostra proposta gastronomica in un'istituzione che rappresenta l'eccellenza culturale - spiega l'ad Alberto Alemagna - significa creare un'esperienza che va ben oltre il cibo".

Che in un mezzogiorno di fine giugno si declina in un Disco di gambero, gel di agrumi spugna al basilico; Riso carnaroli riserva, caprino e lime; Tentacolo di polpo croccante, crema di piselli e polvere di olive nere e Frolla leggera, crema di limone e lime, meringa flambè. Nel bicchiere una Falanghina del Molise "Fannia" Campi Valerio.

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