Chimichurri e peperone, a Brera i drink memorabili di ByIT

Il locale, inaugurato ad aprile in Brera, è l'ultima apertura del gruppo IT restaurants di Alessio Matrone

Dario Schiavoni
Dario Schiavoni
00:00 00:00

Il Chimichurri Margarita è il punto, il Peperone il punto e a capo. Nella capitale italiana della miscelazione, nel Bengodi del cocktail dei mille banconi, dove il livello dei bartender è ormai vertiginoso, non capita spesso di rimanere incantati da certi drink, in grado di inchiodarsi nella memoria sensoriale. Al ByIT, invece, succede.

Il locale, inaugurato ad aprile in Brera, è l'ultima apertura del gruppo IT restaurants di Alessio Matrone. Contrariamente al mood della turistica e caotica via dei Fiori chiari, l'interno è un'isola di comfort vintage: luci calde, jazz in sottofondo, chiacchiere fuori dal tempo. Il bancone, centrale ed elegante, è il regno assoluto del bar manager Dario Schiavoni (nella foto). La sua drink list è la protagonista del concetto alla base di ByIT: «Una miscelazione che parta dai classici e li reinterpreti, lasciando sempre spazio a un tocco gastronomico per far dialogare al meglio due piaceri della vita: bere e mangiare».

Ora, di gastro-cocktail sono pieni i menu, e la strada dei fallimenti è lastricata di dimenticabili Martini al gorgonzola. Niente di tutto questo. Qui si gioca coi sapori, non si cerca lo shock fine a se stesso. La lista ruota intorno ai quattro pilastri della miscelazione, ovvero Negroni, Margarita, Daiquiri e Highball, tutti declinati in tre versioni: una più classica, una più leggera e una più gastronomica, come i citati Daiquiri al peperone e Margarita al chimichurri. Imperdibili anche i 4 signature cocktail, come il Mustacchioni: Negroni a base tequila servito in coppetta con un biscotto al cioccolato a forma di baffi. Quelli di Dario ovviamente.

Accanto ai sips, ci sono i bites, cioè un'offerta food «a bocconi» dello chef Romualdo Palladino: pizza sottile, tacos verdi, crocchette di gamberi, ostriche, caviale, guacamole... Ma anche «astice shitake» e il «finto catsu sando di ossobuco», così da consentire non solo l'aperitivo ma una cena a tutto tondo. Il locale, che riaprirà a settembre, si distingue anche per le serate di «guest», in cui Dario invita bartender da tutto il mondo.

Finestre aperte su stili di miscelazione differenti, come quella ispirata al Giappone degli anni Venti e firmata da Manja Stankovic del Mimi Kabuki di Dubai, stabilmente fra i 50 Best bars del mondo. Insomma, anche la turistica Brera ha una sua isola di esclusività e classe.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica