
Perché un Papa americano? Cosa succede negli Usa? Chi sono i cattolici yankee? Nel libro Da Dio a Trump (Scholé, Editrice Morcelliana) Massimo Faggioli racconta la crisi d'identità della «religione civile americana», incomprensibile da questa sponda dell'Oceano se non si valuta la crisi teologica e intellettuale del cattolicesimo, che secondo Faggioli in America gioca un ruolo complesso nello «scisma liquido» di episcopato, clero e laicato militante americano contro la rivoluzione di Bergoglio. Una spaccatura colpa della cattiveria con cui il Vaticano ha (mal)trattato porporati come Joseph Strickland, Raymond Burke o l'ex Nunzio di Washington Carlo Maria Viganò.
Poi è arrivato il minaccioso neo-populismo anti liberal di Donald Trump. Il presidente Usa è stato votato da più della metà dei cattolici «bianchi» e da due ispanici e black su tre. Il rapporto con la tiepida fede à la carte e pro-abortion del devoto Joe Biden, secondo cattolico dopo l'«etnico irlandese» John Fitzgerald Kennedy, è finito tragicamente ben prima del suo «epilogo crepuscolare» con l'amnistia al figlio Hunter, quando alcuni vescovi chiesero pubblicamente di negargli la Comunione.
Per altri inquilini della Casa Bianca o aspiranti tali la fede era un fatto privato: il cattolicesimo oggi è maggioranza nel Paese (è presente ovunque e in tutte le classi sociali) ma minoritario tra i presidenti: impossibile immaginarsi una Chiesa di immigrati scardinare un Paese protestante e consegnarlo al Vaticano. «Colpa» anche del fantasma della doppia lealtà dei cattolici ai clan familiari e alla Bibbia più che agli americani e alla Costituzione. Il cattolicesimo di Biden, al netto della passione per Sant'Agostino (toh!) somiglia «a quello in via di dismissione in Occidente». Non tanto e non solo per la sua doppiezza (Sleepy Joe va a Messa dai Gesuiti) delle politiche antilife ma per aver lasciato mano libera a Benjamin Netanyahu a Gaza, senza dare risposte giuste alla rabbia di un ceto medio disgregato mentre l'elite liberal si arricchiva. E sì che il cattolicesimo Usa tiene insieme italiani e irlandesi, afroamericani e ispanici, simboli di pace e bandiere e stelle e strisce, il meme di Papa Donald, soldati che diventano preti o viceversa, in nome del law&order.
Quando tutto questo si è saldato con il populismo trumpiano c'è stato un travaso di consensi. Decisivo il dogmatismo woke delle élite progressiste e la pasticciata coalizione arcobaleno con le sue diversità razziali, religiose e sessuali. Anziché avvicinare l'elettorato non bianco o di recente immigrazione, indifferente alle lotte della sinistra radicale - vedi la fallimentare e hollywoodiana candidatura di Kamala Harris, nera ma non black, ricca e sposata a un ebreo - lo ha spinto tra le braccia del cristiano Trump «nonostante la stretta repubblicana sull'immigrazione», come peraltro era successo con italiani e irlandesi a inizio secolo e musulmani nel 2001, ragiona Faggioli.
Tra la Chiesa clericale e il cattolicesimo sinodale, l'America ha scelto Trump perché ha saputo interpretare il malessere che serpeggia, nel Paese e nelle sagrestie. L'identità del cattolico si concilia sempre meno con la giustizia sociale che i liberal dicono di incarnare. L'esempio è il vicepresidente JD Vance, il frutto migliore dell'irrequietezza spirituale e ideologica americana: convertitosi al cattolicesimo come San Paolo da ateo militante e paleo-conservatore con la moglie hindu, deluso dai limiti del protestantesimo, finisce folgorato da Gesù, Sant'Agostino (again), San Domenico e da Trump, di cui è indiscutibilmente erede anche perché piace ai libertari della Silicon Valley come l'ateo Elon Musk, a cui il cattolicesimo «di sinistra» è stato indifferente. Vance «è un neocattolico millennial in un'America secolarizzata che è ancora il centro dell'Occidente», è l'analisi di Faggioli. E con Papa Prevost lo sarà ancor di più... Più del Sinodo e della Dottrina, l'aborto resta la «priorità preminente» del clero a stelle e strisce e la sponda destra del Congresso lo sponsor ideale. La retorica antiabortista dentro il Partito repubblicano Usa nasce con Ronald Reagan dopo la sentenza Roe vs Wade, emessa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1973, che stabiliva il diritto costituzionale all'aborto entro la 24ma settimana in tutto il Paese, garantendo alle donne la libertà di interrompere una gravidanza come libera scelta personale. La stessa sentenza è stata poi ribaltata il 24 giugno 2022 dalla stessa Corte suprema, stavolta a maggioranza cattolica. E così sull'aborto, pur di non perdere consensi Trump è passato da essere prolife a essere prochoice. Sfumature semantiche che una crepa tra clero Usa e Gop post cristiano (ma non post religioso) l'han creata.
La Chiesa Usa è la principale fonte di entrate per la Santa Sede, il nuovo Papa Leone XIV lo sa da quando ha varcato le mura del Vaticano, non gli sfugge anche il tema delle vocazioni: l'età media delle americane è di 80 anni, le più giovani provengono da altri Paesi.
Anche tra i giovani preti, secondo uno studio della Catholic University, prevale l'orientamento tradizionalista, rafforzato da seminaristi e religiosi da Asia, Africa e America Latina. Chissà che il cattolicesimo sociale di Prevost, in cui l'intelligenza artificiale è il nemico dell'uomo come lo era la fabbrica a inizio Novecento, riuscirà a fare breccia anche Oltreoceano.