
In una società sempre più ostile alla religione cristiana, l’ultima cosa che ti aspetteresti è di vedere una chiesa promuovere la cosiddetta cultura woke. In Inghilterra, invece, è proprio la Chiesa Anglicana a essere in prima fila nel promuovere una visione del passato più in linea con l’intollerante visione del mondo così cara all’estrema sinistra. Ha causato molte polemiche il fatto che un libro per bambini che sarà pubblicato il 21 agosto da un editore specializzato in temi cristiani dipinga uno dei padri della Chiesa, Sant’Agostino, come un uomo di colore. Il libro è stato scritto da due sacerdotesse anglicane, responsabili del dipartimento della Chiesa d’Inghilterra dedicato alla “giustizia razziale”. Poco importa che uno dei filosofi più importanti della storia della Chiesa fosse di origine berbera e, quindi, dalla pelle bianca.
La deriva woke degli anglicani
Come riportato dal quotidiano The Telegraph, il libro dedicato ai bambini dagli 8 agli 11 anni vede una delle figure più iconiche della Chiesa delle origini tra i 22 personaggi cristiani di colore che dovrebbero ispirare i bambini. Il libro, dal titolo Heroes of Hope, include esempi di “santi neri e di colore, spesso cancellati dalla storia ufficiale, che hanno contribuito alla crescita della Chiesa e della società moderna, come la conosciamo oggi”. L’inclusione di Aurelius Augustinus, nato nel 345 d.C. nella città di Thagaste, nel territorio dell’odierna Algeria, è già abbastanza controversa ma non quanto l’illustrazione scelta dagli autori del libro, nella quale il padre della Chiesa ha lineamenti che hanno poco a che vedere con il popolo berbero. Non è la prima volta che si cerca di cambiare l’iconografia che, dalla notte dei tempi, dipinge Sant’Agostino come un uomo dai tratti nordafricani: nel 2023, l’università cattolica di Villanova, negli Stati Uniti, aveva commissionato opere d’arte che ritraessero Sant’Agostino come un uomo dalla pelle nera. Secondo uno degli amministratori dell’università della Pennsylvania, la ragione era ideologica: “rappresentare Sant’Agostino come un uomo di colore combatte attivamente la cultura bianca”.

Le autrici del libro, che sarà disponibile dal 21 agosto, sono Sharon Prentis e Alysia-Lara Ayonrinde, rispettivamente vice-direttore e responsabile dell’educazione nazionale della racial justice unit della Chiesa d’Inghilterra. Lo scopo della controversa unità, creata nel 2022 sull’onda delle proteste legate al movimento Black Lives Matter, si prefigge di aiutare la società a raggiungere la “giustizia razziale”. Oltre a dichiarare che “Dio non è un uomo bianco”, la chiesa anglicana sta spingendo per rendere più inclusive le rappresentazioni artistiche cristiane: una diocesi si è impegnata a “correggere le immagini di Gesù Cristo” per avere una “migliore rappresentazione razziale”. La chiesa, poi, sta spingendo l’idea della “giustizia razziale” nelle scuole da essa gestita, piegando il programma d’insegnamento per “promuovere l’equità e la giustizia razziale” ed assicurandosi che i presidi delle scuole siano “più rappresentativi della diversità razziale nell’Inghilterra dei nostri tempi”. Parecchi genitori hanno alzato entrambi i sopraccigli quando le scuole hanno fornito materiale “anti-razzista” per le assemblee ed istituito ogni febbraio una domenica dedicata alla giustizia razziale.
Riscrivere la storia sempre e comunque
Il libro, pubblicato dalla Society for Promoting Christian Knowledge, la più grande casa editrice indipendente del Regno Unito dedicata ad argomenti religiosi, include figure meno controverse, come San Maurizio, ex soldato romano di origine nubiana, tradizionalmente rappresentato come un uomo di colore fin dal suo martirio nel III secolo assieme ad icone più moderne, come il reverendo sudafricano Desmond Tutu. L’introduzione al libro promette ai giovani lettori che “le storie di questi straordinari 22 individui che hanno lasciato il segno sul mondo vi ispireranno. Speriamo che le loro storie vi spingeranno a fare la differenza, non importa se grande o piccola”. Il fatto che la Chiesa d’Inghilterra abbia già acquistato un discreto numero di copie da distribuire gratuitamente nelle scuole da essa gestite è un segnale che questa iniziativa gode del supporto delle alte gerarchie ecclesiastiche anglicane. La pubblicazione di questo libro non è certo il primo esempio di come la Chiesa d’Inghilterra abbia deciso di partecipare attivamente all’opera di riscrittura sistematica della cultura inglese che da qualche anno sta causando molto allarme oltremanica. Nel 2024 la chiesa aveva assunto un dipendente con il compito di deconstructing whiteness, ovvero combattere l’ingiustizia razziale e rimuovere monumenti ed opere d’arte legate, anche indirettamente, al commercio degli schiavi.

Singolare, poi, quando la chiesa ha promesso “riparazioni” alle popolazioni dei Caraibi per il coinvolgimento storico nella tratta degli schiavi africani, cosa che è oggetto di un violento dibattito tra gli storici. A far disperare molti inglesi è che proprio l’istituzione religiosa tradizionale, da sempre pietra angolare dell’identità britannica, partecipi attivamente al tentativo di riscrivere la storia del Regno Unito. Oltre a numerosi casi nei quali figure storiche bianche sono state interpretate da attori di colore, molte organizzazioni, a partire dal London Museum, stanno cercando di rendere “più inclusive” figure storiche di ogni genere. L’inclusione dell’imperatore romano Lucio Settimio Severo nel mese dedicato alla “Black History” ha causato parecchie perplessità, visto che, pur essendo nato a Leptis Magna, in Libia, era membro di una importante famiglia patrizia romana.
I libri per bambini, poi, talvolta, scivolano nel ridicolo: il libro del 2023 Brilliant Black British History riporta come “i primi britanni erano neri” e che Stonehenge è stato costruito quando la Gran Bretagna era una “nazione nera”.