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Addio a Mark Lanegan, icona del rock Usa degli anni ’90

È morto ieri il cantante americano già vocalist della band Screaming Trees, con la quale raggiunse il successo negli anni '90 grazie al singolo Nearly Lost You. Sconosciute le cause del decesso, lo scorso dicembre era stato male a causa del Covid

Addio a Mark Lanegan, icona del rock Usa degli anni ’90

Addio a una delle icone del rock e della musica americana degli ultimi 40 anni, nonché uno dei migliori vocalist della sua generazione. Il cantautore americano Mark Lanegan è morto ieri all'età di 57 anni. A darne l'annuncio il suo profilo social ufficiale: "Il nostro amato amico Mark Lanegan è morto questa mattina nella sua casa di Killarney, in Irlanda. Un amato cantante, cantautore, autore e musicista, aveva 57 anni. Nessun'altra informazione è disponibile in questo momento. La famiglia chiede a tutti di rispettare la propria privacy in questo momento". Non più tardi dello scorso dicembre aveva raccontato la sua terribile esperienza con il Covid-19: "Èstato pazzesco. Ho ancora alcuni strascichi. Qualunque cosa avessi, attacca i luoghi in cui c’è stato un trauma nel corpo in passato. E io ho avuto un bel po’ di incidenti nel corso della mia vita" raccontò in un'intervista rilasciata a una testata americana. Non è chiaro, tuttavia, se le conseguenze del Covid abbiano o meno a che fare con la prematura morte del cantante.

Dagli esordi al successo internazionale, chi era Mark Lanegan

Mark Lanegan era famoso per la sua carriera da frontman con gli Screaming Trees - formazione hard rock/grunge con la quale aveva debuttato nel 1986 - per una carriera solista costellata di lavori amati dalla critica e per le sue illustri collaborazioni, dai Isobel Campbell ai Queens of the Stone Age, passando per gli italiani Afterhours. Una voce da baritono, alcolica, abrasiva, tutta sigarette e whiskey (e non solo), segnata da una vita vissuta sempre al limite di eccessi che lo hanno divorato dentro, passando da una disintossicazione all'altra. Eppure sempre capace di trasmettere emozioni fuori dal comune. Lanegan è nato e cresciuto a Ellensburg, piccolo centro di poco meno 20 mila abitanti nello stato di Washington. Da questa cittadina non distante da Seattle è iniziata la sua scalata verso i vertici del rock mondiale. "Sono cresciuto in una piccola comunità rurale, dove la mia famiglia allargata era composta da gente di montagna, e alcuni erano molto religiosi" ricordava Lanegan, a dimostrazione che non serve essere nati a New York City per essere diventare degli artisti affermati.

Other Worlds (Velvetone/K, 1985) è l'EP di debutto degli Screaming Trees, primo lavoro discografico dove appare Mark Lanegan: un ruvido garage rock imbevuto di psichedelia piuttosto acerbo ma già promettente, dove la voce del vocalist la fa da padrone. Ma è con Buzz Factory (SST, 1989) e Uncle Anasthesia (Epic, 1991) che il loro hard rock imbevuto di blues fa il salto di qualità, consacrando gli alberi urlanti come uno dei riferimenti della scena "grunge" di Seattle che da lì a poco avrebbe conquistato le vette del rock mondiale, vendendo milioni di dischi, trainato dell'epocale Nevermind dei Nirvana. Consacrazione definitiva per gli Screaming Trees che arriva con Sweet Oblivion (Epic, 1992), il loro disco di maggior successo contenente la loro canzone più famosa, Nearly Lost You, che spinge il disco verso il mezzo milione di copie vendute. Il rock alternativo aveva conquistato il mondo e le classifiche.

La musica, gli eccessi, il ritorno ai vertici

Ma Lanegan non era solo il cantante degli Screaming Trees, formazione che si sciolse con la fine dell'epopea grunge nel 1996. Dagli anni '90 in poi, Mark Lanegan ha saputo distinguersi grazie a una carriera solista di successo - di critica e pubblico - e per alcune collaborazioni che lo hanno reso fra le voci più amate della sua generazione. Whiskey For The Holy Ghost (Sub Pop, 1993), secondo lavoro solista, rimane probabilmente il suo manifesto artistico e poetico, sublimazione di una voce fuori dal comune, perfetta colonna sonora di quei locali fumosi tipici dell'America profonda. Ma è con i californiani Queens of the Stone Age che Lanegan torna a essere uno dei protagonisti assoluti del rock mondiale. Rated R (Interscope, 2000) e soprattutto Songs For The Deaf (Interscope, 2002) vendono milione di copie in tutto il mondo grazie a un mix adrenalinico di blues desertico e hard 'n' heavy. Lanegan collabora con la band in alcuni brani che lasceranno il segno nella storia del rock moderno come Song for The Dead.

Oggi se ne va dunque un'altra icona di quella generazione di musicisti che hanno segnato gli anni '90 e oltre. Kurt Cobain, Chris Cornell, Scott Weiland, Layne Staley, tutti scomparsi prima del tempo, sopraffatti dai loro demoni. Ciò che rimarrà per sempre, immortale, e vale anche per Lanegan, è la loro musica, che ha già vinto la prova più difficile, quella del tempo. E non è poco, anzi: per un'artista è davvero tutto.

Ora riposa in pace.

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