Gioia. Ecco la reazione ufficiale, affidata ai media, del regime cinese davanti alla vittoria di Mo Yan, incoronato Premio Nobel per la letteratura ieri a Stoccolma. «Un evento felice per la letteratura cinese» ha commentato He Jianming, vicepresidente dell'Associazione degli scrittori cinesi. Anche il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito comunista al potere, si è felicitato con Mo Yan, primo scrittore di nazionalità cinese a ricevere il prestigioso premio, secondo il suo sito internet. Con tanti saluti allo scrittore dissidente Gao Xingjian, Premio Nobel per la letteratura nel 2000 mai celebrato in patria. Il trionfo di Mo Yan è visto anche come risarcimento per il Nobel per la pace del 2010, andato all'attivista per i diritti civili Liu Xiaobo. Un riconoscimento che fece infuriare Pechino, e sul quale Mo Yan non volle pronunciarsi. Dietro alla facciata, i commenti in rete sono feroci. Su Weibo, il Social Network cinese, si leggono messaggi sarcastici come questo: «Mo Yan è il primo membro del partito comunista cinese e anche il primo ufficiale dell'Esercito di liberazione popolare a vincere il Nobel». Altri ricordano il suo ruolo nella governativa Associazione degli scrittori.
Duro l'artista e architetto dissidente Ai Weiwei: «Fa parte del sistema». Ai Weiwei ha ammesso di non aver letto nessun lavoro di Mo Yan, ma ha definito il premio inutile a meno che il neo-laureato non si pronunci per la scarcerazione di Liu Xiaobo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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