Una guida concreta per le vittime di stalking

Come contrastare e intervenire concretamente per combattere una piaga sociale che mina la libertà personale di uomini e donne

Una guida concreta per le vittime di stalking

Che cos’è la "gabbia"? È l’immagine efficace per descrivere il senso di isolamento, la solitudine, la paura, il terrore che pervade ogni momento della propria quotidianità quando la libertà e la dignità sono minacciate da un carnefice che ci tormenta e ci rende la vita impossibile. Da uno studio del 2006 emerge che in Italia le vittime di stalking sono più di tre milioni sia donne che uomini. Di stalking si parla poco nonostante i dati raccolti sono eclatanti e ci fanno capire che è un fenomeno sociale in crescita. Si parla di esso solo di fronte ai casi eclatanti che sfociano in omicidio e questo non va bene perché occorre sensibilizzare la gente, bisogna ampliare l’informazione soprattutto la prevenzione, l’educazione al rispetto dell’altro.

Il termine “Stalking” deriva da “to stalk”, termine inglese che letteralmente significa “avvicinarsi furtivamente ad una preda con l’intenzione di eliminarla”. È considerato "stalking" l’insieme di “comportamenti reiterati” tramite i quali una persona affligge un’altra con intrusioni, comunicazioni ripetute e indesiderate a tal punto da provocarle ansia e paura. Le donne sono le “vittime privilegiate”. Di fronte a questa realtà l’autore di “Stalking- la Gabbia", Antonio Russo afferma: “sembra riaffacciarsi una mentalità antiquata e obsoleta che rievoca il passato, quando la donna era considerata “un oggetto” o una proprietà al pari del bestiame o di un terreno, e allora come adesso, il motto di alcuni uomini, “mia o di nessuno” ritorna prepotente a rendere la vita della donna “pericolosa””. Lo stalker cambia la vita della sua vittima, le limita le azioni, la isola socialmente, la fa sentire costantemente in pericolo.

L’avvocato Antonio Russo ha pubblicato il libro “Stalking- La Gabbia”, edito dalla casa editrice “I Quaderni del Bardo” di Stefano Donno, con l’intento di offrire un supporto concreto alle vittime di stalking perché è necessario che nella lotta contro questa piaga sociale la vittima non sia lasciata da sola. Occorre supportarla, ascoltarla, offrirle un valido aiuto psicologico e soprattutto un intervento reale da parte delle Istituzioni e delle associazioni competenti in materia che spesso sottovalutano le denunce e le testimonianze. Il libro è un valido aiuto ricco di consigli, testimonianze e spunti di riflessione. Offre un approfondimento giuridico sull’evoluzione della normativa vigente finora analizzando le criticità e l’evoluzione lenta. L’autore da anni opera attivamente in sostegno delle vittime di violenza di genere attraverso le sue consulenze giuridiche e con una campagna di sensibilizzazione attraverso i canali social. Dietro ad uno schermo la gente si sente più libera di parlare e riesce di più a “fare rete”.

L’avvocato nella parte finale del suo libro dimostra quanto il Decreto Legge del 23 febbraio 2009 sia un intervento giuridico che necessita di essere modificato perché risulta un intervento inutile e contraddittorio in quanto non tutela la vittima dal suo carnefice e non offre alcuna certezza sulla pena. Attualmente Antonio Russo è impegnato nella creazione del progetto Pool Antistalking o Alto Commissario di Antistalking che è stato progettato con l’esigenza di tutelare le vittime di violenza di genere in sinergia con le altre Nazioni e con le associazioni competenti in materia. L’obiettivo principale è quello di creare una rete unica e operativa su tutto il territorio nazionale, capace di collegarsi con la Centrale Operativa composta da esperti del settore per raccogliere denunce, dati e interventi. Con questo libro si esorta le vittime di stlaking e la gente a denunciare qualsiasi tipo di sopruso.

Ecco le dichiarazioni di Antonio Russo che lasciano trapelare molta sensibilità e voglia di operare attivamente: “La vita va difesa quindi proteggetela; non lasciatevi intimorire: reagite, parlate, non isolatevi. Una sana relazione non ha né bisogno né motivo di cagionare paura, ansia al partner“.

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