D’Alessio: vi siamo vicini Un boato dai centomila

Il cantante: «Salutiamo col cuore i nostri soldati». L’assessore Bozzetti: «Stanno tenendo alto il nome dell’Italia»

Quanti saranno, centomila? Ce ne stanno centomila in Duomo? Se fa freddo e ci si appiccica anche di più, sotto palco, alle transenne messe giù dall’organizzazione e dalla protezione civile anche quattro in un metro quadrato, sono arrivati prima di mezzogiorno, hanno tenuto duro fino alle nove di sera: tutto per Gigi.
E lui è arrivato puntuale come faceva alle feste e ai matrimoni, quando non era ancora D’Alessio e si stava facendo le ossa nelle piazze di paese. Le canzoni le conoscono tutti, si sente più la gente in Duomo che i suoi amplificatori, vanno a ritmo e non ne sbagliano una, sarà stata anche la serata dei napoletani di Milano ma il colpo d’occhio era straordinario: centomila?
È stato il successo della musica all’italiana ma è stato anche, e, ancora una volta, il successo di Giovanni Bozzetti, l’assessore che a costo zero, senza far scucire un beato centesimo di euro, ha riempito il cuore di Milano e quello dei soldati di Kabul, in diretta per seguire il concerto di uno dei cantanti più amati al Sud d’Italia. Alle 21,29, con un minuto d’anticipo sulla scaletta rigorosissima della serata, è scattata la diretta con Kabul dove c’è un contingente di 12mila militari italiani guidati dal generale Mauro Del Vecchio che sta pilotando tutte le interforze presenti nella zona.
È Gigi D’Alessio che annuncia la loro presenza: «Milano, i nostri militari ci stanno guardando, sono lì per dare una mano a chi soffre, accogliamoli con il cuore, passeranno il Natale lontano dai loro cari, facciamogli sentire invece come sono vicini». Boato. L’assessore è in fibrillazione: «Straordinario - grida -, loro stanno tenendo alto il nome dell’Italia!». Altro boato.
A Kabul c’è il sindaco Gabriele Albertini: «Il sindaco di Kabul - dice -, ci ha ringraziato con le lacrime agli occhi per l’aiuto che stiamo portando in questi luoghi. Ha voluto ringraziare tutti i soldati italiani». C’è anche il comandante Del Vecchio: «Il mio abbraccio è l’abbraccio dei dodicimila soldati di Kabul. Questo messaggio che ci arriva dalla piazza più importante di Milano ci fa sentire amati e seguiti». Ennesimo boato.
C’è anche l’ambasciatore d’Italia a Kabul, dice di essere un fan di Gigi D’Alessio e il cantante gli promette tutti i suoi cd e dvd, così potrà sentirsi ancora di più a casa.
Fa freddo, ma non lo sente nessuno, stelline di Natale e sciarpe del Napoli, uno striscione che dice: Gigi portami via con te.
Non solo questa serata, D’Alessio assieme all’assessore Bozzetti prima di salire sul palco ha fatto il giro di alcuni ospedali della città per portare conforto, dice che è la prima volta che canta a Milano in una serata tutta per lui e di non credere ai suoi occhi: «Mi fate capire che mi volete proprio bene».


Scendono dal palco Bozzetti e i militari, torna la musica, una notte all’insegna del cuore e della gioia che fila via fino alle 11 quando attorno le vetrine sono ancora accese e la gente s’infila con il bavero alzato e gli occhi quieti.

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