La D’Urso vince la scommessa delle soft news

Il cocktail di informazione e intrattenimento varato alla domenica pomeriggio su Canale 5 ottiene successo d’ascolti La conduttrice riesce a coinvolgere gli spettatori facendo parlare i personaggi politici anche della sfera privata

La D’Urso vince la scommessa delle soft news

Ai cronisti duri e puri verrà da sorridere. Ancor più agli inviati che si mettono la giacca anti-proiettile mentre fanno le corrispondenze dai fronti di guerra sperando che una bomba gli cada lì (non troppo) vicino. Figuriamoci ai capoccioni dell’ordine dei giornalisti pronti a tutelare la professionalità degli iscritti. Però, si può dire, senza essere subissati dai fischi che anche chi non è giornalista con il timbro stampato sul tesserino, riesce a far arrivare informazioni e messaggi al grande pubblico? Prendiamo Barbara D’Urso. Ancora lei, si dirà: la si vede a tutte le ore su Canale 5 e pure su tutte le copertine. Vero, ma una ragione per tanto presenzialismo ci sarà... Lei, la più energica delle showgirl, a fronte di tanti spernacchiamenti iniziali e scommesse sul cattivo esito dell’esperimento, si è gettata anima e corpo nel tentativo di dar vita a un talk domenicale unendo l’attualità e la cronaca con lo spettacolo, con il gossip e con il lancio (si chiama sinergia aziendale) del programma di punta della rete, il Grande Fratello. Per usare un parolone che piace agli studiosi di comunicazione, questo cocktail si definisce «infotainment», cioè l’informazione condita di intrattenimento. Beh, come è andata dopo i primi quattro mesi? È successo che Domenica Cinque nella prima parte, dedicata ai fatti di cronaca, ha tenuto testa alla forte Arena di Massimo Giletti. E nella seconda parte si è realizzato un piccolo miracolo: i faccia a faccia della D’Urso con il personaggio di turno (spesso un politico) hanno regolarmente battuto la Domenica In del grande Pippo Baudo che segue sempre la sua linea tradizionale. Morale? La D’Urso è riuscita a coniugare la severità dell’informazione con la simpatia e ha raggiunto l’obiettivo di semplificare i concetti in modo da arrivare a una vasta quantità di persone. Molte delle quali non avrebbero accesso (per scarsa abitudine a leggere quotidiani o a seguire programmi di approfondimento) a questi messaggi. Bastava vedere l’intervista realizzata domenica scorsa a Stefania Craxi, donna restia a parlare del privato, nei giorni di ricordo del padre. Ne è venuto fuori un ritratto intimo e anche inedito della vita familiare dello statista, dei ricordi dei figli bambini gelosi del troppo tempo dedicato dal padre alla politica fino ai momenti terribili delle monetine tirate davanti all’hotel Raphael. E, nonostante non ci fossero ballerine scosciate a fare da contorno, l’audience non è colato a picco, anzi: ad ascoltare c’erano davanti al video tre milioni e centomila persone (mica male per essere domenica pomeriggio). O, per par condicio, basta ricordare l’incontro con Francesco Rutelli, che si è aperto a parlare, oltre che di politica, del rapporto con Barbara Palombelli e con i loro figli. Certo, è vero, il programma, soprattutto nella sua parte finale, è stato oggetto di polemiche e bollato come volgare. Presi da «eccesso di informazione», per esempio, sono state mandate in video ben quattro amanti, tutte belle schierate una accanto alle altre a gambe e petto nudo, di George, l’inquilino tombeur des femmes del Gieffe: volevano a tutti i costi dire la «verità» su quel «mascalzone». Ma questa è un’altra storia.
Qui si vuol sottolineare che la showgirl incarna quella visione dell’informazione che da alcuni anni è la linea guida di Mediaset: le soft news. Si era cominciato con Verissimo, ai tempi di Cristina Parodi, e si era continuato con Pomeriggio Cinque, poi è arrivata Mattina Cinque e infine quest’anno Domenica Cinque. Tutti battezzati dalla D’Urso. Dietro c’è una (esigua) squadra di giornalisti che prepara i servizi e le interviste, guidati dal direttore Claudio Brachino nella struttura Videonews. All’inizio, i dirigenti Mediaset hanno fatto fatica a convincere i giornalisti ad accettare di «sporcarsi le mani» con l’infotainment.

In mezzo ci si era trovata anche Paola Perego, la prima presentatrice ingaggiata per condurre un programma di informazione, (sempre Verissimo) contro cui i redattori si erano rivoltati. Poi, a poco a poco, l’idea è cominciata a piacere a una parte dei cronisti: e oggi li vedi pure davanti alla porta rossa del Grande Fratello a fare la telecronaca come se trasmettessero un bollettino di guerra.

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