Dai Btp ai fondi, le ricette per ridurre i rischi

Molti risparmiatori non amano il pericolo. Per loro, e per tutti quelli che desiderano conoscere che cosa offra il mercato per contenere il rischio, ecco una panoramica sugli strumenti finanziari da comperare adesso e tenere per tutto il 2010.
Escludendo i Bot che, tra oneri bancari e trattenute fiscali, rendono poco sopra lo zero, si può optare per un Ctz o per un Btp triennale. Con il primo, si resta vincolati per 24 mesi, e si può spuntare l’1,3% netto all’anno, mentre con il buono poliennale del Tesoro scadenza 2013 il rendimento netto annuo può sfiorare l’1,6 per cento. Guadagni che sono garantiti dallo Stato italiano ma soltanto se si mantengono i titoli in portafoglio fino alla scadenza; è possibile venderli prima ma si deve poi fare i conti sia con i costi bancari (fino allo 0,50% per la vendita) e, soprattutto, con le condizioni del mercato: in caso ci sia una tendenza al rialzo dei tassi, i prezzi dei titoli di Stato, che viaggiano in direzione opposta ai rendimenti, scenderebbero con inevitabili contraccolpi sul valore del titolo e, quindi, sul capitale incassato dalla vendita.
Lo stesso discorso vale anche per le obbligazioni societarie e bancarie. I cosiddetti corporate bond sono adesso meno attraenti rispetto a un anno fa ma, secondo molti esperti, hanno ancora buone potenzialità di far guadagnare di più rispetto a un titolo di Stato di uguale durata a due precise condizioni. La prima è, appunto, quella di mantenerli fino alla scadenza per riuscire a incassare l’extra rendimento atteso evitando le insidie della vendita anticipata sul mercato.
La seconda invece è quella di ridurre il rischio dell’investimento evitando l’acquisto di un singolo emittente che per quanto solido (dal punto di vista finanziario) e interessante (sotto il profilo del rendimento offerto) rappresenta un rischio eccessivo: meglio optare per un Etf (un fondo indicizzato quotato in Borsa) come l’iBoxx eur liquide corporate o il Lyxor Etf Euro Corporate Bond oppure un buon fondo corporate bond (come Invesco euro corporate bond, Ubi Pramerica euro corporate, Arca bond corporate e Bipiemme corporate bond) che diversificano su decine di titoli.
Ma quanto può rendere un investimento in Etf o fondi corporate bond? Ovviamente dipenderà dalla tendenza del mercato. Per avere due termini di paragone si deve sapere che nel 2008, l’anno terribile della crisi dei mercati finanziari, i fondi corporate bond hanno lasciato sul terreno il 5,8% mentre nel 2009, l’anno del riscatto e del grande recupero dai minimi, il guadagno medio si è attestato all’11,8 per cento.
Accettando un livello di rischio leggermente superiore, l’investitore potrebbe scegliere infine un fondo obbligazionario misto o un bilanciato obbligazionario.

Il primo, che investe tra il 5% e il 15% in azioni e il resto in titoli di Stato e corporate bond, ha registrato una perdita media dell’1,82% nel 2008 e un guadagno medio del 5,88% nel 2009. Il secondo, che invece può spingersi fino a un 25-30% di azioni, dopo aver accusato una perdita media del 6,43% nel 2008, quest’anno si è preso una rivincita con una performance media positiva del 8,1 per cento.

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