Davanti ai graffitari non alziamo bandiera bianca

Davanti ai graffitari non alziamo bandiera bianca

(...) Un dato? Ogni giorno, l’azienda municipalizzata servizi ambientali ripulisce qualcosa come cinquanta stabili. Sì, cinquanta palazzi ovvero sei stabili ogni sessanta minuti. Niente male, vero? Basta chiedere all’efficiente ufficio stampa della società di via Olgettina e si ottengono i dati di un impegno assunto per nome e per conto dei cittadini: dall’agosto 2007 al gennaio 2008 sono stati quasi undicimila gli interventi anti-graffiti e, complessivamente, dall’inizio del 2006 siamo a poco più di diciassettemila.
Certo, non è sufficiente - dice Salvatore -: ma, ogni giorno, rincorriamo quelli che di notte imbrattando un muro credono di fare un’opera d'arte. Imbecilli che, in passato, si è tentato di blandire con le buone maniere, con le lusinghe del dialogo e della comprensione. Inutile, tempo perso. E, allora, ecco la soluzione presa dal mio assessorato al Decoro urbano e messa in atto dalle squadre degli operai di Amsa per garantire il decoro dei palazzi e anche dei monumenti. Non è facile, credetemi, scrivere la parola fine a questi vandalismi.
L’articolo apparso su il Giornale a firma di Matthias Pfaender lo dimostra. Le colonne di San Lorenzo, patrimonio storico e culturale della città, sono state ripulite in profondità per ben due volte negli ultimi due mesi. Risultato? Una generazione di writers continua a divertirsi e fare delle Colonne un bersaglio. Ma, attenzione, evitiamo di farci annichilire da quelle fotografie che accompagnano l’articolo, dove si mostra una situazione di triste degrado con bottiglie di vetro infrante, cartacce, resti di soste mangerecce, lattine e mozziconi. Tutte le notti, festivi inclusi, Amsa dalle due alle cinque del mattino ripulisce le Colonne: spazzamento, lavaggio e vuotatura dei cestini.
Anche al mattino, quando quell’angolo di Milano si risveglia, la zona viene nuovamente controllata e gli operatori intervengono. Tutti uniti contro l’inciviltà, tutti contro i signorini delle bombolette senza spendere un solo minuto in fumose sociologie. Chiaro che quest’impegno costa al Comune e che neppure un cent è chiesto ai milanesi. Questa è la realtà dei fatti. Questa è la risposta della politica. Anzi, permettimelo caro Salvatore, di un politico sempre pronto a difendere la città dai fanatici della bomboletta.


E lo faccio in silenzio raccogliendo le tante (troppe, è il caso di dire) richieste di intervento della Milano che non ce la fa più a sopportare gli imbrattatori e che, insieme a me e all’amministrazione comunale, dice basta al degrado. Noi ci siamo e non ci arrendiamo.
Maurizio Cadeo*Assessore al Decoro urbano

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