L'Aquila - Parolisi resta in carcere. Il tribunale del riesame dell’Aquila ha respinto l’istanza di scarcerazione di Salvatore Parolisi. Il caporalmaggiore dell’esercito era stato arrestato il 20 luglio scorso perché ritenuto l’assassino della giovane moglie Melania Rea, scomparsa il 18 aprile da Folignano (Ascoli Piceno), dove vivevano, e trovata morta, con 32 coltellate, il 20 aprile in un boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo).
Motivazioni della difesa non accolte "Sono innocente". Questa volta Salvatore Parolisi lo aveva detto ai giudici del Riesame dell’Aquila, aveva mantenuto la promessa di parlare davanti ai giudici, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere ai due Gip - di Ascoli Piceno prima e di Teramo dopo - che lo hanno fatto arrestare. Parolisi - apparso smagrito e provato - aveva spiegato ieri con puntiglio di non avere mentito sulla scomparsa della moglie, il 18 aprile dal pianoro di Colle San Marco (Ascoli Piceno); che era quello il luogo dove ha visto per l’ultima volta Melania, allontanatasi per fare pipì. Che il 18 non era andato a Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), dove la mattina del 20 aprile uno sconosciuto trovò il corpo di Melania, martoriato da 32 coltellate.
In aula, i suoi legali - Valter Biscotti e Nicodemo Gentile - avevano consegnato ai giudici una memoria difensiva di 158 pagine, spiegando le ragioni per le quali Parolisi andava scarcerato. Motivazioni che non hanno convinto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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