Delpini: "Il Papa a Milano? Pericolo da considerare..."

L'arcivescovo scherza su una sua possibile visita. "È agostiniano e qui Ambrogio battezzò Agostino"

Delpini: "Il Papa a Milano? Pericolo da considerare..."
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Una visita di Papa Leone XIV a Milano? «È un pericolo che dobbiamo considerare, essendo lui agostiniano e avendo noi qui il Battistero in cui Ambrogio ha battezzato Agostino». È decisamente di buon umore e scherza, accanto al sindaco Beppe Sala, l'Arcivescovo Mario Delpini a margine delle celebrazioni per i 10 anni del Refettorio Ambrosiano, la struttura - gestita dalla Caritas Ambrosiana e realizzata appunto nel 2015 in concomitanza con Expo nell'edificio che un tempo era stato sala cinematografica e teatrale della parrocchia di San Martino, nel quartiere Greco - nata da una idea di Davide Rampelli e dello chef Massimo Bottura con l'obiettivo di combattere lo spreco alimentare, garantire pasti di qualità in un luogo bello e buono a chi si trova in difficoltà.

L'evento di ieri ha rappresentato anche una occasione per fare qualche bilancio. In questi dieci anni il Refettorio ha fornito infatti 220mila pasti ai bisognosi, aiutato 2mila900 persone a raggiungere l'autonomia, permesso il recupero di 1.400 tonnellate di cibo (40 utilizzate al refettorio, le altre distribuite con i pacchi alimentari, negli empori solidali e nelle mense della Caritas), ha garantito 14mila pasti ad agosto agli anziani soli del quartiere di Greco, 8mila pasti in occasione di animazione con i ragazzi, 10mila per i laboratori con gli anziani, ma soprattutto ha fatto scuola, realizzando incontri formativi con oltre 8mila partecipanti e coinvolgendo molti volontari.

Parlando del Refettorio l'Arcivescovo sostiene che sia «diventato un segno permanente di un'attenzione a cui vogliamo richiamare tutta la città». E aggiunge: «È una realizzazione emblematica, ma di una sollecitudine che riguarda sempre tutta la città. La Caritas e la Diocesi di Milano, dove ci sono le necessità, ci sono sempre, Milano va avanti anche perché ci sono sinergie importanti. È chiaro che questo richiede da un lato la capillarità della presenza, perché i bisogni ci sono sul territorio e dall'altro la sinergia delle istituzioni e della società civile, perché nessuno ha i mezzi per affrontare tutti i problemi - puntualizza ancora Mario Delpini - però insieme possiamo dare almeno un sollievo e un segno di speranza». Piuttosto, conclude «c'è da farsi problemi sull'evoluzione di una città che mi pare sempre più attraente e in un certo senso sempre meno accessibile. E questa è una tensione difficile da sciogliere». Una considerazione questa a cui il sindaco Sala risponderà subito dopo precisando alla stampa: «Milano inaccessibile? È il mondo che è meno accessibile: il mondo è così.

Per cui è chiaro che ognuno vede il suo territorio, è chiaro che bisogna fare delle cose e da questo punto di vista, ad esempio rispetto al tema della casa, negli ultimi giorni sono stato a seguire i lavori in via dei Giuggioli per le nuove case popolari che saranno una rivoluzione».

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