La Scuola del Cuoio, il laboratorio che porta l'eleganza fiorentina nel mondo

Fondata nel 1950 dentro la Basilica di Santa Croce, oggi intreccia design e creatività, nel segno della tradizione

La Scuola del Cuoio, il laboratorio che porta l'eleganza fiorentina nel mondo
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C’è un filo sottile che lega il tempo, le mani e i sogni. Alla Scuola del Cuoio di Firenze questo filo profuma di pelle e si tinge dei colori della tradizione, celebrando oggi i suoi 75 anni come un laboratorio di meraviglia, in cui la manualità incontra il design e l’eleganza fiorentina dialoga con il mondo. Fondata nel 1950 nel cuore del complesso monumentale di Santa Croce, grazie alla visione dei frati francescani e delle famiglie Gori e Casini, la Scuola nacque per insegnare un mestiere agli orfani della guerra.

Il tempo, alla Scuola del Cuoio, non scorre: i gesti restano quelli di sempre, dalla doratura a foglia d’oro, al taglio a mano, fino alla pazienza infinita che trasforma un pellame in un pezzo unico. Ma a cambiare è lo sguardo, capace di guardare avanti senza tradire le origini. Così la famiglia Gori, oggi alla guida con la seconda e terza generazione, ha saputo custodire l’eredità del fondatore Marcello Gori, uomo visionario che credeva nella conoscenza come bene da condividere. "Chi è ricco di conoscenza e non la trasmette sarà povero per sempre" amava ripetere: una frase che è diventata bussola per l’impresa e per la Fondazione a lui dedicata, impegnata nel formare giovani a rischio emarginazione.

Scuola del Cuoio

La celebrazione dei 75 anni è un’occasione per ripercorrere questa storia fatta di mani e di cuori. Non a caso si intitola proprio così il libro “Scuola del Cuoio. Mani e cuore: la tradizione della Famiglia Gori”, firmato da Eva Desiderio, giornalista e critica di moda, con la cura di Paolo Parri, arricchito dalle fotografie di Alessandro Moggi e l’Archivio Storico della Scuola, edito da Gli Ori. Il volume non si limita a documentare gli oggetti e le tecniche, ma racconta la vita quotidiana del laboratorio dietro la Basilica di Santa Croce, intrecciando le storie dei ragazzi accolti, dei maestri artigiani e della famiglia Gori, le figlie e i nipoti che hanno trasformato il lavoro in eredità e la bottega in officina di futuro. Tra le pagine emergono i ricordi degli studenti che hanno trovato nella Scuola un’occasione di riscatto, le testimonianze dei maestri e gli aneddoti familiari che raccontano una quotidianità fatta di passione, condivisione e bellezza. Le pagine restituiscono la magia di un luogo che è stato frequentato da capi di Stato, attori, artisti, fino a Lady Diana e Ronald Reagan.

Il 75° anniversario non è soltanto memoria, ma anche azione concreta. Per l’occasione, la Scuola del Cuoio ha avviato due progetti di grande valore per la comunità: il restauro delle facciate e dei tetti del Cortile di Michelozzo all’interno del complesso di Santa Croce, riportato all’antico splendore sotto la guida dell’architetto Rita Balzano, e l’assegnazione di nove borse di formazione destinate a giovani in difficoltà, in collaborazione con il Comune di Firenze e l’Associazione Artemisia.

In questo intreccio di bellezza, impegno sociale e creatività, la Scuola del Cuoio continua a essere non soltanto un marchio di prestigio, ma un presidio di cultura. I clienti, soprattutto internazionali, sono disposti ad attendere mesi per una borsa su misura, personalizzata in ogni dettaglio, perché sanno che dietro ogni pezzo c’è la storia di Firenze e di una famiglia che ha fatto dell’artigianato un atto d’amore.

Settantacinque anni dopo, tra le antiche mura che un tempo accolsero orfani e oggi accolgono visitatori da ogni angolo del mondo, il filo sottile da cui tutto è iniziato continua a tessere insieme passato e futuro, memoria e innovazione.

Alla Scuola del Cuoio, ogni oggetto non è mai semplicemente un manufatto: è la voce silenziosa di mani esperte, il respiro di una storia, il racconto di un’anima che continua a vivere attraverso la pelle e il tempo.

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