Difesa

Aukus allargato? Il Regno Unito spinge per l'ingresso del Giappone

L'Aukus - il patto tra Usa, Regno Unito e Australia - potrebbe allargarsi anche al Giappone grazie a Londra

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L'Aukus, il patto trinazionale che lega Australia, Regno Unito e Stati Uniti per la condivisione di tecnologia militare e per stabilire un partenariato strategico per aumentare le capacità di deterrenza e di difesa comuni nell'Indo-Pacifico, potrebbe allargarsi al Giappone.

Il patto si articola su due pilastri: il primo riguarda strettamente gli armamenti in particolare l'acquisizione da parte australiana di sottomarini a propulsione nucleare e missili da crociera, il secondo riguarda la collaborazione su capacità avanzate che implicano un’ampia condivisione di tecnologia e informazioni, al fine di tenere il passo con la crescente concorrenza geopolitica, in particolare con la Repubblica Popolare Cinese. Quest'ultimo pilastro mira a promuovere lo sviluppo e l’interoperabilità di tecnologie all’avanguardia come veicoli sottomarini robotici e autonomi, tecnologia quantistica, intelligenza artificiale (Ai), capacità informatiche avanzate, ipersonico e guerra elettronica (Ew).

Londra sta spingendo per allargare la collaborazione al Giappone per quanto riguarda il secondo pilastro dell'Aukus: il segretario alla Difesa del Regno Unito, Grant Shapps, ha infatti affermato, dopo le ultime consultazioni dell'8 aprile scorso, che “in un panorama sempre più contestato e instabile, i partenariati di difesa come l'Aukus sono diventati di fondamentale importanza per garantire al Regno Unito e ai nostri alleati il mantenimento di un vantaggio strategico” e che “che le nazioni dell'Aukus, avendo compiuto sufficienti progressi a livello trilaterale, sono ora pronte ad avviare consultazioni con altri Paesi riguardo alle aree in cui possono contribuire e trarre beneficio da questo storico lavoro nell’ambito del secondo pilastro”.

Shapps ha sottolineato, in particolare, che “Australia, Regno Unito e Stati Uniti stanno considerando la possibilità di coinvolgere il Giappone in alcuni elementi del programma” riguardante questo secondo e importante scopo del patto trinazionale, precisando però che la questione dei sottomarini a propulsione nucleare resterà monopolio delle tre nazioni firmatarie dell'Aukus, quindi nessun ampliamento a ulteriori Paesi.

Il settore delle tecnologie emergenti, alcune delle quali definite, in ambito militare, dirompenti come l'ipersonico, i computer quantistici e l'intelligenza artificiale, è di importanza vitale per il settore della Difesa soprattutto in questi ultimi anni in cui Paesi come la Russia e la Cina hanno dimostrato una particolare vivacità: l'Ia in Cina ormai viene utilizzata in sistemi d'arma come missili da crociera e droni, mentre sempre la Repubblica Popolare è stata la prima a schierare un missile balistico con una testata planante ipersonica (il DF-17).

Londra pertanto si sta facendo ambasciatrice dell'Aukus con Tokyo anche in considerazione della stipula dell'accordo per il Gcap (Global Combat Air Programme), il progetto per un caccia di sesta generazione stabilito da Regno Unito, Italia e Giappone. La messa a sistema della base industriale ad alta e altissima tecnologia che caratterizza questi tre Paesi – che hanno un denominatore comune aeronautico dato dalla partecipazione al programma Jsf che ha dato vita all'F-35 – è fondamentale per abbattere i costi di produzione/esercizio e per l'ottenimento di una macchina “allo stato dell'arte”.

L'apertura dell'Aukus al Giappone va quindi letta in questo senso: l'ulteriore approfondimento dei legami di partenariato tecnologico tra il mondo anglosassone e il Paese del Sol Levante, che può vantare, oltre a una lunga tradizione industriale ad alta tecnologia, anche una fiorente capacità progettistica in diversi settori legati alle tecnologie dirompenti come i computer quantistici.

Per il momento però l'allargamento dell'Aukus resta solo una proposta che dovrà essere valutata dalle parti, ma se dovesse andare in porto si configurerà un'impalcatura strategica per la tecnologia che potrebbe ampliarsi anche ad altri attori dell'Indo-Pacifico che in questo momento guardano con apprensione all'espansionismo e all'aggressività cinese.

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