Trump ordina il penetratore NGP, la bomba anti-bunker per colpire la Cina

Gli Stati Uniti si stanno affrettando a costruire bombe ancora più penetranti e performanti da usare in una eventuale nuova, prossima, futura crisi militare

Trump ordina il penetratore NGP, la bomba anti-bunker per colpire la Cina
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Non è bastato far saltare in aria i bunker nucleari dell'Iran, o comunque averli gravemente danneggiati, con bombe da 13 tonnellate. Gli Stati Uniti si stanno affrettando a costruire un penetratore ancora più intelligente e performante da usare in una eventuale nuova, prossima, futura crisi militare. Se usare la temibile GBU-57/B da 13.000 chilogrammi contro Teheran è stato relativamente facile, ripetere la stessa azione trovandosi di fronte ad un avversario ben più temibile come la Cina non sarà altrettanto semplice. È per questo che il Dipartimento della Difesa Usa avrebbe accelerato gli sforzi con l'obiettivo di creare il successore della GBU-57: il penetratore di nuova generazione (NGP).

Le nuove bombe Usa

Come ha spiegato il portale Asia Times, gli attacchi contro l'Iran hanno sottolineato sia la precisione delle bombe usate che i loro limiti operativi, in particolare alla luce della ridotta capacità di carico utile del B-21 Raider. Non è un caso che un bando di gara dell'aeronautica militare statunitense del febbraio 2024 delineasse i requisiti dell'NGP, tra cui testate da meno di 9.900 chilogrammi in grado di colpire con precisione e con un errore circolare probabile di 2,2 metri.

Scendendo nei dettagli, l'NGP potrebbe essere dotato di capacità di allontanamento tramite sistemi di propulsione, tecnologie migliorate di rilevamento dei vuoti o spoletta incorporata ed effetti terminali potenziati o scalabili. La spinta per la creazione di un successore, stimolata dagli insegnamenti tratti dal passato sviluppo della GBU-57 e dal crescente interesse globale per le strutture profondamente sepolte, si rivolge ad altri avversari Usa oltre all'Iran: Corea del Nord, Cina e Russia.

Stando ad alcune indiscrezioni, l'aeronautica militare statunitense punterebbe a ricevere i prototipi iniziali di questi jolly entro due anni dall'aggiudicazione del contratto, anche se la tempistica per lo spiegamento operativo completo rimane imprecisata. Il futuro NGP farà probabilmente parte del sistema Long Range Strike, insieme a piattaforme come il B-21 e il missile AGM-181A Long-Range Stand-Off (LRSO), diventando così un elemento critico per la penetrazione di obiettivi resistenti.

I bunker della Cina (e non solo) nel mirino

L'esigenza di colpire in modo più efficace gli obiettivi più resistenti, evidenziata dai possibili limiti degli attacchi all'Iran, potrebbe aver spinto gli Stati Uniti ad accelerare lo sviluppo dell'NGP, soprattutto pensando ad avversari di pari livello come la Cina. Molti media hanno citato un rapporto trapelato della Defense Intelligence Agency (DIA) nel quale si afferma che gli attacchi statunitensi alle strutture nucleari iraniane non sarebbero riusciti a distruggere il nucleo del programma, limitandosi a ritardarlo di mesi. Du Wenlong ha osservato sul South China Morning Post che il sito iraniano di Fordow si trova a 80 metri di profondità, 30 metri in più rispetto alla capacità di penetrazione dichiarata del GBU-57, sollevando dubbi sul fatto che l'attacco abbia colpito infrastrutture critiche.

Song Zhongping ha spiegato nello stesso articolo che, sebbene gli Stati Uniti abbiano sganciato 14 bombe, le immagini satellitari hanno mostrato sei crateri, suggerendo che due bombe potrebbero essere state indirizzate a ciascun obiettivo, forse per rafforzare la penetrazione. Ebbene, queste considerazioni potrebbero prefigurare dilemmi di attacco ben più complessi in un potenziale conflitto degli Usa con la Cina.

Il motivo è semplice: se i primi attacchi statunitensi contro le risorse marittime e di superficie di Pechino dovessero fallire, gli Stati Uniti potrebbero dover lanciare attacchi convenzionali a lungo raggio contro le strutture cinesi interrate nell'entroterra. Tuttavia, anche con penetratori avanzati e opzioni di stand-off, gli attacchi sulla Cina continentale comporterebbero gravi rischi. Molto più grandi di quelli corsi in Iran...

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