Dai tank agli obici: ecco l'alleato che arma l'Occidente e la Nato

La Sud Corea vende armi a NATO, Asia e Medio Oriente: tank, missili e jet da miliardi. La Corea del Sud è ormai tra i primi 10 esportatori al mondo. Ecco cosa fornisce (e a chi) nella nuova corsa globale

Dai tank agli obici: ecco l'alleato che arma l'Occidente e la Nato
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La Corea del Sud continua a sfruttare il proprio fiorente settore della Difesa vendendo armi ad un numero crescente di Paesi stranieri. Alcuni sono membri della Nato che intendono blindare le proprie frontiere di fronte a future minacce russe. Altre ancora sono nazioni asiatiche desiderose di reagire d'innanzi alla crescente assertività cinese nell'Indo-Pacifico oppure Paesi in via di sviluppo intenzionati a costruire un adeguato apparato militare. Ma che cos'è ha da offrire Seoul? Il catalogo è ampissimo e comprende, tra gli altri prodotti, tank, fucili, droni, navi da guerra, missili.

Nuovi tank per blindare il lato est della Nato

L'ultimo affare concluso con una fumata bianca chiama in causa la Polonia. Il Segretario di Stato del ministero della Difesa polacco, Pawel Bejda, ha annunciato su X che alcune armi acquistate dalla Corea del Sud sono state caricate e consegnate ai depositi della 1a Brigata corazzata di Varsavia e della 18a Divisione meccanizzata. Quale armi? Il K9 Thunder, per esempio, un obice semovente da 155 mm sviluppato da Seoul.

Inizialmente concepito alla fine degli anni '80 per contrastare il vantaggio dell'artiglieria nordcoreana, il K9 è stato sviluppato dall'Agenzia per lo sviluppo della difesa sudcoreana in collaborazione con aziende private, tra cui la Samsung Aerospace Industries e in seguito la Hanwha Aerospace.

Il suo cannone calibro 155 mm/52 offre una gittata massima di tiro di oltre 40 chilometri con munizioni a lunga gittata, come il proiettile K307, e raggiunge una raffica di tre colpi in 15 secondi, con una cadenza sostenuta di due o tre colpi al minuto. Alimentato da un motore diesel da 1.000 cavalli, il K9 vanta una velocità massima di 67 km/h e un'autonomia operativa di 480 chilometri, garantendo un'elevata mobilità per tattiche di tiro e fuga.

Armi Made in Korea

Nel luglio 2022 la Polonia ha firmato un accordo quadro da 5,76 miliardi di dollari con Hanwha Aerospace per 672 obici K9, inclusi 212 unità K9A1 per 2,4 miliardi di dollari, e un contratto da 2,6 miliardi di dollari nel dicembre 2023 per sei unità K9A1 aggiuntive nel 2025 e 146 unità K9PL a partire dal 2026. L'intesa include munizioni, addestramento e trasferimenti di tecnologia per la produzione locale. Varsavia non è certo l'unico ''cliente'' degno di nota di Seoul. Nel giugno 2025 la Korea Aerospace Industries (KAI) ha firmato un contratto da 712,8 milioni di dollari per la consegna di 12 aerei da combattimento FA-50 alle Filippine entro il 2030.

E ancora: nell'aprile 2025, Hanwha Aerospace ha firmato un accordo da 254 milioni di dollari per la fornitura di obici semoventi K9 all'India, con consegne programmate entro il 2030. Un anno fa l'Arabia Saudita ha firmato un accordo da 3,2 miliardi di dollari per l'acquisizione dei sistemi di difesa aerea KM-SAM Block II della Corea del Sud. Come ha spiegato il portale Eurasiantimes, infine, alla fiera IQDEX 2025 di Baghdad, Seoul ha presentato all'Iraq un pacchetto di difesa abbastanza ampio, che include elicotteri KUH-1, jet FA-50 e sistemi di difesa aerea mobili.

In tutto questo

l'industria della Difesa sudcoreana, un tempo dipendente dal supporto militare degli Stati Uniti, è diventata pressoché autosufficiente consentendo a Seoul di classificarsi ora tra i primi 10 esportatori di armi al mondo.

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