
Una campagna di modernizzazione per trasformare, o meglio migliorare, le proprie capacità militari in alcune aree strategiche. È questo l'obiettivo che si è prefissata l'India in preparazione a future, eventuali, ipotetiche sfide belliche. I settori più caldi comprendono le armi ipersoniche e i sistemi per i soldati, come ha spiegato il tenente generale Amardeep Singh Aujila delineando l'ambiziosa visione delle forze armate di Delhi in occasione del New Age Military Technologies Industry Capabilities & Way Forward, un evento organizzato dalla Federazione delle Camere di Commercio e Industria Indiane, e invocando una stretta collaborazione senza precedenti tra esercito, industria e decisori politici. Ecco tutto quello che sappiamo in merito al dossier.
Il rafforzamento militare dell'India
La prima priorità di Delhi? Lo sviluppo di sistemi d'arma ultraveloci e altamente manovrabili, tra cui veicoli plananti ipersonici, motori ipersonici a respirazione d'aria (HEB) e missili avanzati di quarta, quinta e sesta generazione per modificare l'equazione della deterrenza. ''Vogliamo cambiare l'equazione della deterrenza con sistemi d'arma ultraveloci e manovrabili'', ha spiegato Aujila secondo quanto riportato dall'agenzia Aninews. L'alto ufficiale indiano ha inoltre sottolineato la necessità per il suo Paese di passare dalle munizioni convenzionali di scarto a quelle intelligenti. Il piano si concentra dunque anche sulle munizioni vaganti e guidate di precisione che ridurranno i danni collaterali migliorando al contempo le capacità di attacco chirurgico.
Non è finita qui perché il piano di Delhi include lo sviluppo di armi a energia diretta, come laser ad alta energia e sistemi a microonde, mirate al contrasto dei droni, alla difesa antimissile e alla capacità anti-satellite. L'esercito indiano mira inoltre a dominare lo spettro elettromagnetico grazie a forti capacità di guerra elettronica e cyber, includendo operazioni offensive e difensive.
Da questo punto di vista saranno fondamentali le partnership industriali per sfornare strumenti cyber-next-gen, soluzioni EW autonome e sistemi satellitari resilienti. Un altro pilastro chiave coincide con il potenziamento del singolo soldato, e dunque con l'introduzione di esoscheletri, sistemi umani augmentativi, corazze intelligenti e sistemi AR per la gestione del campo di battaglia, insieme a caschi AI, abbigliamento smart e monitoraggio dello stato di salute in tempo reale per aumentare agilità, resistenza ed efficacia individuale.
Gli altri pilastri del piano di Delhi
Aujla, come anticipato, ha evidenziato la necessità di sinergia tra tre attori: l'esercito (che deve definire i bisogni operativi), i policymakers (che devono creare quadri normativi favorevoli) e l'industria (che deve innovare soluzioni mirate). Il tenente generale ha quindi suggerito la creazione di fondi per l'accelerazione tecnologica, procedure di autorizzazione semplificate, procurement snello e infrastrutture come tech hub e centri di innovazione. Senza un ambiente normativo e collaborativo adeguato, ha concluso l'alto funzionario militare, l'autonomia tecnologica resterà solo uno slogan.
Nel frattempo l'India sta già attuando il Project 75, un piano volto ad incrementare il proprio numero di sottomarini d'attacco a propulsione nucleare. Reuters ha scritto che il governo indiano ha approvato l'iter per costruire due di questi mezzi (spesa prevista: 5,4 miliardi di dollari), ai quali se ne dovranno aggiungere altri quattro.
L'obiettivo di una simile mossa? Contrastare, o meglio sovraccaricare, la crescente potenza navale della Cina nei mari dell'Asia, in primis nell'Oceano Indiano, zona marittima considerata dall'India il proprio ''cortile di casa''.