
Nello scenario globale della sicurezza collettiva e dell’innovazione strategica, la Nato ha recentemente svolto due esercitazioni chiave, REPMUS e Dynamic Messenger 2025, lungo le coste atlantiche del Portogallo. Queste attività rappresentano un importante banco di prova per l’integrazione di sistemi autonomi e tecnologie emergenti, coinvolgendo non solo gli Stati membri, ma anche partner internazionali, industrie di settore e centri di ricerca accademici. L’obiettivo primario dell’Alleanza è consolidare un vantaggio operativo duraturo attraverso una rapida sperimentazione e implementazione di soluzioni tecnologiche avanzate, con particolare attenzione alla resilienza contro minacce multifattoriali.
Cosa sappiamo
Le esercitazioni REPMUS (Robotic Experimentation and Prototyping with Maritime Unmanned Systems) e Dynamic Messenger (DYMS) hanno visto la partecipazione di oltre 2.000 operatori e circa 260 sistemi unmanned provenienti da 22 Paesi alleati, supportati da osservatori di ulteriori 13 nazioni. REPMUS, riconosciuto come l’evento di punta per la robotica marittima, si integra con DYMS, riferimento della sperimentazione operativa continua della Nato. Questo connubio consente di testare in ambienti reali capacità critiche quali la protezione delle infrastrutture sottomarine strategiche, la sorveglianza persistente, la guerra anti-mine e sotto-marina, nonché il contrasto ai veicoli unmanned multidominio e l’ottimizzazione del comando e controllo integrato. L’iniziativa, ospitata dalla Marina portoghese e coordinata da Allied Maritime Command (MARCOM) e Allied Command Transformation (ACT), riflette perfettamente l’unione tra trasformazione strategica e prontezza operativa.
Un dirigibile autonomo a idrogeno ed emissioni zero
Tra le tecnologie in fase di valutazione, un ruolo di primo piano è attribuito al dirigibile autonomo a idrogeno sviluppato dalla finlandese Kelluu. Questa piattaforma silenziosa, a emissioni zero e strutturata come un piccolo autobus, è in grado di operare fino a 12 ore a bassa quota, equipaggiata con sensori elettro-ottici, termici e sistemi passivi per il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche, garantendo connettività in tempo reale anche in assenza di infrastrutture terrestri. Il progetto rappresenta una moderna rivisitazione dei sistemi aerostatici storici impiegati nella sorveglianza marittima. Il percorso di sviluppo di Kelluu è supportato dal Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA), programma Nato che individua e accelera tecnologie commerciali a valore militare, facilitando il dialogo con utenti finali militari, investitori e stakeholder dell’ecosistema difensivo. La partecipazione all’esercitazione REPMUS-DYMS consente di verificare queste soluzioni in scenari operativi reali, favorendo l’adozione da parte delle forze alleate.
Sorveglianza marittima e multidimensionale
Nel 2024, la Nato ha potenziato il proprio dispositivo di monitoraggio marittimo con l’istituzione dell’Operazione Baltic Sentry, risposta diretta agli attacchi sabotatori contro cavi sottomarini attribuiti a potenze esterne come Cina e Russia. Episodi quali l’incidente del mercantile Eagle S hanno evidenziato la necessità di una sorveglianza continua e multidimensionale per tutelare infrastrutture di importanza strategica.
L’integrazione di sistemi unmanned, incluso il dirigibile Kelluu, secondo gli analisti potrebbe rappresentare quindi un tassello essenziale di questa strategia preventiva e di risposta rapida, volta a contrastare azioni ostili in teatri marittimi complessi e dinamici, garantendo così la sicurezza e la stabilità dell’area euro-atlantica.