Deve fare i conti con alcune rilevanti sfide tecniche, ma il missile cinese Julang-1( JL-1), un missile balistico lanciato da sottomarino (SLBM) di prima generazione, rappresenta ancora un elemento cruciale e spesso sottovalutato della deterrenza nucleare di Pechino. Il motivo è molto semplice: secondo alcune riviste militari quest'arma rappresenterebbe una minaccia nucleare per l'Alaska e potenzialmente per il resto degli Stati Uniti. La Cina, attraverso il programma JL-1, ha sostanzialmente stabilito uno standard tecnico elevato, riuscendo a bypassare alcune delle limitazioni che affliggevano i programmi missilistici di altre potenze. Nonostante il sia oggi considerato un sistema in gran parte ritirato o obsoleto rispetto ai modelli più moderni, la sua eredità tecnologica è fondamentale per comprendere l'attuale potenza della triade nucleare cinese.
Occhio al missile cinese
Come ha spiegato il Scmp, il design e la tecnologia di questo missile hanno superato, sotto diversi aspetti tecnici, i suoi equivalenti statunitensi dell'epoca, come l'UGM-27 Polaris. Il vantaggio principale del jolly del Dragone? La capacità di utilizzare propellente solido e di essere contenuto in un corpo più compatto, caratteristica che ne facilitava il trasporto e il lancio dai sottomarini. Questo non solo ha dimostrato l'abilità ingegneristica della Cina nel superare sfide complesse, ma ha fornito anche a Pechino una base solida per lo sviluppo di missili balistici sottomarini di nuova generazione, come il successivo e più avanzato JL-2 e l'attuale JL-3.
Questo missile può essere trasportato dai bombardieri strategici H-6N dell'aeronautica cinese ed è l'ultimo tassello necessario per consentire all'Esercito Popolare di Liberazione cinese di completare la sua triade nucleare, ovvero la capacità di lanciare armi nucleari da piattaforme aeree, terrestri e marittime. Secondo Ordnance Industry Science Technology, si tratta inoltre dell'unico missile ipersonico a lungo raggio al mondo in grado di trasportare testate nucleari. Il JL-1 avrebbe un'autonomia fino a 8.000 km, mentre un bombardiere H-6N ha un'autonomia di combattimento fino a 4.000 km (se supportato dal rifornimento in volo).
Una simile combinazione conferisce al sistema d'arma una portata operativa effettiva di oltre 8.000 km, sufficienti a coprire obiettivi come l'Alaska o località all'interno della terza catena di isole nel Pacifico. "Dato che l'Alaska è la base principale del sistema di difesa missilistica nazionale degli Stati Uniti, il JL-1 non avrebbe alcun reale scopo di combattimento se non potesse rappresentare una minaccia credibile per esso", si legge nell'articolo della suddetta rivista.
Una minaccia per gli Usa
Attenzione però, perché la vera limitazione strategica del JL-1 risiederebbe nella sua piattaforma di lancio: i sottomarini nucleari missilistici (SSBN) cinesi della Classe Xia (Type 092). Questi sottomarini, sebbene rappresentassero un passo avanti per la Marina cinese, sono considerati tecnologicamente inferiori e molto più rumorosi rispetto ai loro omologhi statunitensi e sovietici/russi.
Un sottomarino rumoroso è infatti più facile da tracciare e neutralizzare, riducendo drasticamente la sopravvivenza in mare e, di conseguenza, l'efficacia deterrente dell'intero sistema missilistico. In sostanza, un missile avanzato come il JL-1 è vincolato a una piattaforma di lancio vulnerabile, limitandone il potenziale strategico. Questa discrepanza evidenzia dunque una sfida ricorrente nell'evoluzione militare di una potenza emergente: la difficoltà di sviluppare contemporaneamente e in modo uniforme sia il vettore (il missile) sia il suo sistema di supporto (il sottomarino).
Eppure il programma JL-1, al netto dei suoi limiti operativi dovuti alla piattaforma Classe Xia, ha consentito a Pechino di plasmare la sua attuale strategia di modernizzazione navale e nucleare. L'esperienza acquisita nello sviluppo del JL-1 ha permesso agli ingegneri cinesi di superare i problemi di miniaturizzazione, propulsione a stato solido e lancio sottomarino, creando una solida base di conoscenza. Questa esperienza è stata poi applicata con successo ai successivi programmi SLBM. La Cina ha risposto alla limitazione della Classe Xia sviluppando sottomarini molto più capaci, come la Classe Jin (Type 094) e, in prospettiva, il futuristico Type 096.
Questi nuovi SSBN sono progettati per essere più silenziosi, più resistenti e in grado di ospitare missili balistici sottomarini di ultima generazione (JL-2 e JL-3), dotati di gittate intercontinentali che coprono la totalità del territorio statunitense.