L'Europa muove le navi verso la Cina: cosa c'è dietro il segnale lanciato a Xi

Le più recenti esercitazioni “europee” nell’Indo-Pacifico sono andate in scena dal 19 al 24 luglio. Altre sono in programma nei prossimi giorni

L'Europa muove le navi verso la Cina: cosa c'è dietro il segnale lanciato a Xi
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È un Indo-Pacifico di fuoco in tutti i sensi. La temperatura atmosferica rende l’aria afosa e a tratti irrespirabile. Le storiche rivendicazioni marittime incrociate tra più Paesi dell’area rappresentano focolai di tensione che contribuiscono ad alzare i gradi. Da settimane, sono tuttavia le esercitazioni militari a scuotere gli equilibri dell’intera regione. Esercitazioni, nello specifico, che hanno o stanno coinvolgendo Washington insieme ai partner locali o, addirittura, europei. L’ultima tendenza, infatti, coincide con il crescente impegno operativo del Vecchio Continente nella regione indopacifica. La Cina, di per sé infastidita da simili manovre, osserva con attenzione.

Le esercitazioni militari europee in Asia

Le più recenti esercitazioni “europee” nell’Indo-Pacifico sono andate in scena dal 19 al 24 luglio. Hanno coinvolto il Giappone, l’alfiere principale degli Usa nella regione insieme alla Corea del Sud – al netto delle roccaforti Taiwan e all’enclave Filippine - con tre potenze dell’Ue: Germania, Spagna e Francia. Queste manovre avevano lo scopo di portare l'aeronautica militare di Tokyo "al passo" con le altre forze armate, segnalando al contempo l'impegno dell'Europa a mantenere un Indo-Pacifico aperto e libero.

Ma cosa è successo in quei giorni? Come ha spiegato il South China Morning Post, jet da combattimento e aerei da trasporto tedeschi e spagnoli hanno operato dalla base aerea di Chitose, nella prefettura settentrionale di Hokkaido, mentre velivoli da combattimento e cisterne di rifornimento francesi hanno preso parte alle esercitazioni presso la base aerea di Hyakuri, a nord-est di Tokyo. Questa cooperazione multinazionale è destinata a continuare, visto che il Giappone e l'Italia che hanno annunciato i piani per le loro esercitazioni congiunte programmate per il periodo 2-10 agosto. La prossima operazione, tra l’altro, segnerà la prima volta in cui le forze aeree dei due Paesi si addestreranno insieme.

Un messaggio alla Cina

Gli analisti ritengono che le esercitazioni aeree congiunte rispecchino la volontà dell'Europa ad impegnarsi "militarmente" nella regione, anziché limitarsi a professare un sostegno retorico. "Le esercitazioni di combattimento con i membri della Nato non sono solo politicamente simboliche, ma anche strumentali per aumentare l'interoperabilità tra di loro" e migliorare le rispettive capacità, ha affermato Yoichiro Sato, professore di studi Asia-Pacifico presso la Ritsumeikan Asia Pacific University in Giappone.

Negli ultimi anni le potenze europee hanno in effetti costantemente rafforzato la loro presenza nella regione. Alcuni esempi? Nel 2021 una nave da guerra tedesca ha navigato attraverso il Mar Cinese Meridionale, nel primo dispiegamento del genere in quasi due decenni. Quest'anno, la Germania ha inviato due navi da guerra nell'Indo-Pacifico, mentre la Francia ha programmato scali aerei in una base aerea filippina come parte della sua missione annuale Pegase. Anche l'Italia è pronta a schierare un gruppo di attacco di portaerei nel Mar Cinese Meridionale e nelle Filippine.

Mosse del genere rappresentano una chiara risposta del blocco filo occidentale alle azioni sempre più intraprendenti della Cina nella regione, che hanno scosso gli alleati e i partner regionali Usa.

Le potenze europee, da sole, non avrebbero la forza di scoraggiare Pechino, ma lavorando a stretto contatto con Giappone, Corea del Sud e Australia, puntano a costruire un'architettura di sicurezza regionale più ampia in grado (forse) di mitigare l'assertività del Dragone.

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