
Usare droni e bombe plananti come carico di missili di precisione. Questa è l’idea che l’esercito americano sta sviluppando come parte del suo programma “Icrement 3” per i vettori balistici PrSM (Precision Strike Missile). Le forze statunitensi stanno attualmente schierando queste armi per la prima volta in versione “Increment 1”, ma stanno già pianificando il loro sviluppo per aumentarne portata e letalità.
Secondo quanto dichiarato da Becky Withrow di Lockheed Martin, “stanno considerando i Coyote e le bombe Hatchet”. I velivoli senza pilota prodotti da Raytheon sono disponibili in varie versioni e hanno un design altamente modulabile. Possono essere impiegati come kamikaze oppure per missioni di ricognizione o di guerra elettronica. All’inizio del 2024, Raytheon ha affermato di aver lanciato con successo droni Coyote LE SR da un elicottero Bell 407 e da un veicolo da combattimento Bradley.
La bomba planante Hatchet, invece, è prodotta da Northrop Grumman e ha un peso di circa 2.7 chilogrammi. Può essere equipaggiata con sistemi di navigazione Gps e laser, in modo da aumentarne la precisione e permetterle di seguire bersagli in movimento in autonomia dopo il lancio. Un singolo missile caricato con questi ordigni permetterebbe all’esercito Usa di colpire numerosi bersagli lungo la sua traiettoria, con un effetto simile a quello delle bombe a grappolo.
In più, la portata effettiva del vettore sarebbe accresciuta con un payload di droni Coyote, che potrebbero volare verso il loro obiettivo dopo essersi sganciati dal missile e colpire bersagli specifici in una vasta area dove le forze americane sono a conoscenza della presenza di nemici, ma non ne conoscono l’esatta posizione. Inoltre, avere un vettore capace di sganciare un certo quantitativo di sotto-munizioni potrebbe essere utile anche nella soppressione delle difese aeree avversarie, in modo da aprire la strada all’aviazione.
L’idea presenta comunque dei problemi, primo tra tutti il fatto che il vettore viaggerebbe a velocità supersonica o ipersonica.
Carichi considerabili fragili, come droni o bombe plananti, sarebbero soggetti ad un alto stress termico e fisico e avrebbero bisogno di metodi per rallentare in modo sicuro dopo lo sganciamento iniziale. Nonostante ciò, l’esercito Usa continua a lavorare in questa direzione, perseguendo l’obiettivo di integrare sempre di più le nuove tecnologie all’interno del suo armamentario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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