Navi d'assalto anfibie, F-35 e droni: il Giappone stringe i muscoli

Il Giappone sta espandendo le capacità ad ala fissa delle sue navi da guerra classe Izumo per far operare le imbarcazioni con caccia e droni

Navi d'assalto anfibie, F-35 e droni: il Giappone stringe i muscoli
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Il Giappone ha intenzione di puntare sull’espansione delle capacità delle sue navi d’assalto anfibie modificate come portaerei. Se il primo step consiste nel far operare questi mezzi con i caccia stealth 35B del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, quello successivo coincide con la possibilità di consentire l’imbarco di droni (e altri velivoli) a bordo delle stesse navi. Per capire meglio le strategie militari di Tokyo è necessario dare un’occhiata al cacciatorpediniere multifunzionale di classe Izumo Kaga, la più grande nave da guerra in servizio del Paese, la stessa che ha accolto per la prima volta un citato F-35B degli Usa in seguito ad apposite modifiche. Ebbene, pare che il Giappone intenda espandere le capacità ad ala fissa di questa classe di imbarcazioni. L’obiettivo? Far operare le suddette navi con caccia ma anche con velivoli senza pilota e altre piattaforme con equipaggio.

La strategia del Giappone

Come ha spiegato in un lungo articolo il sito The War Zone, lo scorso 20 ottobre, al largo della costa meridionale della California, un F-35B statunitense è atterrato a bordo del Kaga per la prima volta. La nave sta attualmente imbarcando un team di collaudo integrato per usare i caccia stealth Usa (e non solo). Secondo il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, "i dati che i tester raccolgono durante queste prove in mare saranno analizzati e alla fine informeranno le decisioni per migliorare le capacità della Forza di autodifesa marittima del Giappone e contribuire a migliorare l’interoperabilità tra Giappone e Stati Uniti".

Le ultime modifiche che hanno riguardato la Kaga includevano la riconfigurazione della forma della sezione di prua della nave, resa significativamente più larga e munita di un rivestimento resistente al calore sul suo ponte. È stato inoltre rimosso il sistema d'arma ravvicinato Phalanx da 20 mm (CIWS) precedentemente montato sulla parte anteriore della nave. Successivamente, ulteriori modifiche hanno comportato il ribilanciamento e il rinforzo strutturale dello scafo.

Sebbene ufficialmente descritte come "cacciatorpediniere multifunzionali", prima di queste modifiche le navi da guerra della classe Izumo erano principalmente portaelicotteri. Una volta modificate, le due navi da guerra potranno imbarcare gli F-35B giapponesi. A proposito: ne sono stati ordinati 42 e saranno utilizzati dalla Japan Air Self-Defense Force (JASDF), che dispone anche di una flotta in crescita di versioni CTOL (Conventional Takeoff and Landing) degli F-35A.

Caccia e droni

Come suggeriscono i test con gli F-35B dei Marines, le modifiche in corso alle imbarcazioni nipponiche aprono anche la strada all'interoperabilità con gli F-35B americani. Questo, ovviamente, aiuterebbe a massimizzare l'utilità delle navi, soprattutto tenendo presente che la flotta degli F-35B della JASDF è piuttosto piccola.

Per quanto riguarda i droni, nei giorni scorsi, alla Japan International Aerospace Exhibition di Tokyo, la General Atomics Aeronautical Systems (GA-ASI) ha presentato un rendering che mostra il suo drone Gambit 5, in grado di volare a bordo di una portaerei e basato su un concetto comune di "telaio" modulare, in funzione da una nave da guerra di classe Izumo. Stiamo parlando di un velivolo senza pilota proposto per operazioni di decollo e atterraggio corti da basi terrestri, sviluppato però in origine per l'uso a bordo di navi.

Oltre al Gambit 5 e all'F-35B, l'artwork concettuale GA-ASI ha mostrato i caccia F/A-18E Super Hornet e un velivolo di controllo e allerta precoce aviotrasportato E-2 Hawkeye operare dalla classe Izumo.

In ogni caso, ci sono enormi sfide nell'adattare a nuovi mezzi delle portaerei che sono già in grado di ospitare velivoli ad ala fissa, e questo principalmente a causa dei requisiti di spazio e delle dimensioni degli elevatori esistenti e di altre infrastrutture.

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